Corriere della Sera (Brescia)

Il karaoke triste di Mecna alla Latteria Molloy

- Giulia Bertuzzi

Mecna torna sul palco della Latteria Molloy oggi, tappa bresciana della presentazi­one del nuovo album (via Marziale Ducos 2/b, Brescia, inizio concerti ore 22, prezzo biglietto 15 euro più diritti di prevendita). Dopo il fortunato «Lungomare paranoia», Corrado Grilli in arte Mecna, presenta il quarto album in studio uscito con il supporto di Universal Music. Blue Karaoke nasce dopo un anno di tour e concerti, la maggior parte dei quali con sold out registrati. Un disco imprevedib­ile ed energico, nonostante le sfumature malinconic­he delle liriche e le sonorità scure delle produzioni.

Leggendo l’elenco dei titoli saltano subito all’occhio i nomi delle collaboraz­ioni presenti nel disco…

«È vero. Al contrario dei precedenti lavori, «Blue Karaoke» ha dei featuring. Ho voluto inserire le collaboraz­ioni con CoCo, Ghemon e Fabri Fibra anche se sono artisti che hanno punti di vista diversi dal mio. D’altra parte «Blue Karaoke» nasce da una rottura con i dischi precedenti quindi è stato naturale per me portare avanti discorsi musicali di altro tipo, frutto delle scelte che ho fatto durante l’ultimo anno».

Come è stato collaborar­e con loro?

«Con Ghemon avevo già collaborat­o ed è stato bello proseguire insieme su questa via Dal punto di vista stilistico, Fibra è molto diverso da me, ma come persona lo sento decisament­e vicino. Lo apprezzo per i suoi pezzi più personali e intimi ed è per questo motivo che l’ho chiamato su “Hotel”».

In una delle canzoni del nuovo album (Senza di me ndr), si avverte una sorta di insofferen­za per il tuo primo album «Disco Inverno».

«In effetti è così. È particolar­mente diffuso, specialmen­te nel mondo hip hop, considerar­e il primo disco pubblicato come il migliore in assoluto. Diciamo che è una sorta di pregiudizi­o. Quello che volevo dire nella canzone è che, pur andando avanti, non si perde mai lo spirito iniziale che ha dato il via a certi lavori. In «Blue Karaoke» ci sono cose diverse, ma c’è anche la continuità col passato. «Ottobre rosso», per esempio, conserva molto di quella attitudine perché parla del rap nell’istante stesso in cui lo fa. Il che è, a bene vedere, la mia ambizione». A cosa rimanda il titolo? «Ad un karaoke triste, blue per l’appunto. Il rimando al karaoke rappresent­a una sorta di augurio. Di solito le canzoni che vengono suonate ad un karaoke sono quelle più conosciute. Allo stesso modo, spero che la mia musica possa diventare “epidermica” allo stesso modo».

Qual è il pezzo principale dell’album?

«Il pezzo focus è “Ottobre rosso”, una sorta di lettera indirizzat­o al hip hop italiano nella quale dico quello che amo e quello che non amo. Mi sento completame­nte dentro il mondo del rap, anche se non riesco a considerar­mi un rapper a tutti gli effetti. Quando decidi di fare musica e arte in questo contesto devi fare i conti con una competizio­ne continua che alla lunga può essere decisament­e logorante. E non parlo solo della competizio­ne con gli altri, ma soprattutt­o quella con sé stessi. È continuo processo interiore e un continuo analizzars­i».

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Corrado Grilli In arte Mecna sarà questa sera alla Latteria Molloy

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