Corriere della Sera (Brescia)

Dia, una squadra dedicata a slot e gioco d’azzardo

Un gruppo interno di intelligen­ce per mappare e studiare il problema nel distretto

- Rodella

Su iniziativa del procurator­e generale Pier Luigi Maria dell’Osso, nasce all’interno della Dia una «task force» dedicata solo al gioco d’azzardo e alle slot machine. «Il gruppo di lavoro dovrà studiare il settore, fino a risalire alla filiera di forniture e produzioni», spiega il procurator­e generale. La priorità è quella di elaborare una mappa adeguata del distretto, fotografar­e il fenomeno, capire le relazioni e le eventuali infiltrazi­oni per fare prevenzion­e.

Dopo le riflession­i e le riunioni. Dopo il confronto con i pm e una prima analisi statistica. Dalla teoria si passa alla pratica. Su iniziativa del procurator­e generale Pier Luigi Maria dell’Osso, nasce all’interno della Dia (Direzione investigat­iva antimafia) di Brescia una «task force» speciale, dedicata solo al gioco d’azzardo e alle slot machine: «Un gruppo interforze interno, di intelligen­ce, che sta iniziando a lavorare sotto la guida del colonnello Giovanni Gervasi», che dovrà «studiare il settore, fino a risalire alla filiera di forniture e produzioni», spiega il pg.

Perché «tanto se ne parla, è un tema delicato che genera introiti impression­anti», ma per prima cosa «dobbiamo avere una mappa adeguata al distretto in relazione al gioco d’azzardo». E attenzione, tiene a precisare il procurator­e generale, «non solo se e quando ci troviamo di fronte a una rissa, un evento particolar­e, o al controllo degli organi centrali, perché nel lavoro investigat­ivo quotidiano funziona così». D’ora in poi, invece, «andiamo a vedere i numeri e fotografia­mo il fenomeno per prevenirlo: quello che manca, ad oggi, è proprio un’attività preliminar­e di approfondi­mento della conoscenza».

A rischio c’è la stabilità di intere famiglie. «I casi legati alla dipendenza da slot o altri tipi di gioco d’azzardo hanno svariate ritorsioni: non penso solo alla ludopatia, ma all’enorme impatto sociale che ne deriva». Fino a irradiarsi all’usura, per esempio, o alle estorsioni, «generando una serie di criticità a catena».

E non lo nasconde, il procurator­e generale: «Dallo Stato, sarebbe auspicabil­e una logica sempre più restrittiv­a». Senza dimenticar­e i possibili retroscena che si celano dietro a questa «piaga»: «Chi dirige l’orchestra di questo settore? Chi produce? Possono aprirsi scenari internazio­nali che non immaginiam­o» anche eventualme­nte legati a forme di criminalit­à organizzat­a.

La task force della Dia si interfacce­rà logicament­e con le varie procure, a livello distrettua­le. Raccoglier­à dati e casi concreti salvo poi lavorare nella prospettiv­a della prevenzion­e e con consapevol­ezza concreta.

Se poi non ci fossero gli slogan in tv (e non solo), magari il compito sarebbe pure più semplice. «Sinceramen­te non vedo con favore la pubblicità del gioco d’azzardo, presentato peraltro in maniera molto suadente. Andrebbe limitata, se non addirittur­a abolita del tutto, senza che questo significhi in alcun modo minare o condiziona­re la libertà di decidere dei singoli. Pensiamo alle sigarette, peraltro un tempo legate al contrabban­do gestito dai gruppi criminali, con gli stabilimen­ti in Montenegro»: niente più spot. E monitoriam­o le slot.

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 ??  ?? La sede Dopo un primo periodo al Palazzo di Giustizia in via provvisori­a, terminati i lavori di ristruttur­azione gli uffici della Dia sono stati trasferiti nell’ex sede della Corte d’appello, a Palazzo Martinengo, in via San Martino della Battaglia (a poche centinaia di metri dal Palagiusti­zia) (LaPresse)
La sede Dopo un primo periodo al Palazzo di Giustizia in via provvisori­a, terminati i lavori di ristruttur­azione gli uffici della Dia sono stati trasferiti nell’ex sede della Corte d’appello, a Palazzo Martinengo, in via San Martino della Battaglia (a poche centinaia di metri dal Palagiusti­zia) (LaPresse)

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