Sanità e tecnologia: alla Domus la terapia si fa con il robot
Nasce per tre pazienti il sistema di riabilitazione Lepre Il sogno: portare l’apparecchio nelle case dei malati
Trenta persone al lavoro per 36 mesi e un progetto unico al mondo da 1,14 milioni di euro di robotica applicata alla riabilitazione degli arti superiori e inferiori. Ieri alla Domus Salutis sono stati tolti i veli a Simerion e al dispositivo Lepre che entro la fine dell’anno entrerà a far parte ufficialmente delle strumentazioni dell’istituto di via del Lazzaretto, struttura privata di riferimento per le terapie della riabilitazione, erogate anche attraverso il Ssn.
«Attualmente, con l’approvazione del Comitato etico provinciale, stiamo usando un prototipo – spiega Luciano Enrico Maria Bissolotti, direttore scientifico della parte clinica del progetto – per il recupero sperimentale di 3 pazienti e abbiamo già ottenuto ottimi risultati». La novità, rispetto alle tradizionali apparecchiature da riabilitazione? «Questo è un dispositivo in grado di far interfacciare uomo e macchina che devono interagire insieme. La macchina accompagna i movimenti ed è in grado, grazie ad alcuni sensori, di rilevare il livello di partecipazione del paziente, perché lo scopo è quello di valutare la forza che il paziente stesso, nei limiti delle sue possibilità funzionali, esercita durante la terapia». La riabilitazione diventa ancor più mirata e personalizzata, anche perché, per le particolari caratteristiche antropometriche, Lepre è in grado di avvicinarsi al paziente. «Il dispositivo può essere usato da chi è in carrozzina o allettato o è in grado di muoversi autonomamente». Sedute da 25,30 minuti per le terapie di recupero destinate a pazienti colpiti da ictus o affetti da sclerosi multipla oppure che abbiano riportato lesioni midollari, traumi di varia natura – «ultimamente ci troviamo davanti a un numero crescente di ciclisti investiti».
Si programmano gli esercizi attraverso un schermo touch, anche senza la presenza del fisioterapista e, novità assoluta, il recupero funzionale consiste anche «nell’allenamento a portarsi il cibo alla bocca, ad aprire una porta, a spingere oggetti, oltre al recupero del cammino, attraverso la funzione di Lepre per l’oscillazione degli arti inferiori». Un processo di innovazione tecnologica e culturale che per Simerion, progetto finanziato dalla Regione Lombardia, attraverso fondi europei, ha messo in rete la Domus Salutis, l’Università degli Studi di Brescia e due aziende bresciane, Electronics e Polibrixia per lo sviluppo del rivoluzionario progetto che potrebbe avere ricadute sulla puntualità dei servizi. «Per la fine dell’anno - confida Bissolotti - quando dal prototipo passeremo al dispositivo finale marchiato CE, allestiremo una postazione per Lepre, ma l’ideale sarebbe riuscire ad avere più macchine per curare più pazienti contemporaneamente sotto il controllo di un solo fisioterapista. Questo vorrebbe anche dire riuscire ad accorciare le liste d’attesa per l’accesso alle terapie». Lo scoglio è burocratico e legale. «Manca un codice prescrittivo specifico che sarebbe il tassello finale per l’applicazione della robotica alla riabilitazione». Un tassello che rappresenterebbe una validazione scientifica, ma anche commerciale per una produzione di serie più articolata, con un notevole abbassamento dei costi e una maggiore diffusione. Nel cassetto dei sogni, che poi forse non sono così irrealizzabili, c’è il progetto di tele riabilitazione. La facilità d’uso di Lepre consentirebbe di far arrivare a casa dei pazienti l’apparecchiatura per la riabilitazione, portando l’ospedale a domicilio.