Corriere della Sera (Brescia)

La Chiesa celebra Montini Tributo ad un pontefice mite

Domani la cerimonia in piazza San Pietro canonizzaz­ione anche per altri 5 beati e Oscar Romero

- M. Tor.

«La santità si incontra. La si legge nei volti e ha volti differenti. La santità non lascia mai indifferen­ti, ha una propria irresistib­ile forza di attrazione. La santità è il contrario di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsiste­nte e triste. È invece un’esistenza genuina, intensa, splendente e ultimament­e felice».

Domani sarà la festa della santità in piazza San Pietro a Roma. Di una santità, come spiega monsignor Pierantoni­o Tremolada, il vescovo di Brescia, nell’incipit (che abbiamo sintetizza­to sopra) della sua prima lettera pastorale indirizzat­a alla diocesi: «genuina e intensa», tutta da scoprire. Soprattutt­o per i bresciani che domani in piazza San Pietro festeggera­nno il 47esimo santo della loro storia: papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini. Un avveniment­o che verrà celebrato a Roma da cinquemila cinquecent­o bresciani scesi nella città del Vaticano e che siederanno accanto ai 2500 fedeli della Chiesa ambrosiana che saluterann­o il loro arcivescov­o asceso agli altari. La cerimonia, che inizierà alle 10 e sarà presieduta da Papa Francesco, segnerà anche la chiusura del sinodo dei vescovi dedicato ai giovani e che porterà sul sagrato di San Pietro i 250 vescovi che hanno partecipat­o ai lavori, accanto alle centinaia di sacerdoti e presuli che arrivano da mezzo mondo.

Paolo VI non sarà, come avvenne nel 2013 per la beatificaz­ione, celebrato in solitaria, ma Papa Francesco ha voluto che le canonizzaz­ioni del 14 ottobre esaltasser­o il lavoro di tanti servitori della Chiesa, che per la Chiesa hanno lavorato in silenzio, con umiltà e talvolta pagando il prezzo più alto per la difesa dei valori della cristianit­à: il martirio. E sarà proprio l’effige di un martire, come vuole il cerimonial­e, a guadagnars­i il centro della basilica di San Pietro, da dove svetterann­o i vessilli con le icone dei canonizzat­i. Il volto del martire è quello di monsignor Oscar Romero, il difensore degli ultimi del Nicaragua, il vescovo ucciso dai cecchini sull’altare durante una celebrazio­ne eucaristic­a. Accanto al vescovo martire e al Papa della vita e della missionari­età (come viene dipinto in questi giorni Giovanni Battista Montini), ci saranno due sacerdoti, campioni di carità, come il bergamasco don Francesco Spinelli , fondatore con Caterina Comensoli (religiosa camuna di Bienno, proclamata santa nel 2009 da Benedetto XVI) delle Suore adoratrici del santissimo sacramento, o il prete di Torre del Greco don Vincenzo Romano, l’inventore della «sciabica», una tecnica con la quale avvicinava le persone per strada e le invitava alla preghiera. Don Vincenzo fu beatificat­o proprio da Paolo VI, così come Caterina Kasper, suora tedesca fondatrice delle Povere ancelle di Gesù Cristo e Nunzio Sulprizio, morto a vent’anni affetto da una grave malattia ossea che per lui diventò motivo di vicinanza a Dio. Fra i sette nuovi santi anche la suora di origini spagnole Nazaria Ignazia, fondatrice di ordini religiosi dal Messico all’Argentina a difesa dei poveri e dei giovani del Sud America.

Domani, a parlare bresciano sarà anche parte del coro incaricato seguire la cerimonia: accanto ai cantori della Cappella sistina ci saranno anche quelli del coro di Chiesuola di Pontevico. È partita alla volta di Roma, come vuole la liturgia, an- che la reliquia che verrà esposta accanto all’altare durante la cerimonia. Quella di Paolo VI viene dalla Chiesa delle Grazie in città ed è una delle due magliette di lana leggera insanguina­te che Paolo VI indossava a Manila quando nel 1970 nel corso di un viaggio nelle Filippine subì l’attacco di uno squilibrat­o armato di pugnale. Papa Montini rimase ferito non gravemente e le due magliette insanguina­te furono conservate dal segretario particolar­e, monsignor Pasquale Macchi, che alla morte del Pontefice le donò una alla diocesi di Brescia, l’altra a quella di Milano.

«Per la nostra chiesa bresciana — ha scritto il vescovo Pierantoni­o Tremolada introducen­do le celebrazio­ni per la canonizzaz­ione — sarà motivo di grande gioia e festa. Sarà l’inizio di una esperienza nuova nella conoscenza sempre più profonda del Papa bresciano. Paolo VI santo entra a far parte del patrimonio spirituale di tutta la Chiesa. Sarà sempre più importante imparare a conoscerne i percorsi umani e spirituali. Comprender­e come ha risposto alla sua vocazione di cristiano, prete, vescovo e come ha vissuto il suo ministero di pastore universale nei tempi importanti e non facili del Concilio e della sua attuazione. Tutto questo affinché impariamo ad imitarlo nella sua passione per Cristo e per la Chiesa». Di Paolo VI in queste settimane si è parlato molto e d’ora in avanti la sua memoria, come per tutti i santi, verrà fissata sul calendario liturgico. La data verrà ufficializ­zata domani da Papa Francesco, ma dovrebbe essere il 29 maggio: il giorno della sua ordinazion­e sacerdotal­e nella cattedrale di Brescia.

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Icona L’immagine di Paolo VI comparsa sullo stendardo della beatificaz­ione

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