Canottaggio, la scuola di Salò brilla Tonoli quinta all’Olimpiade giovanile
Risultanti esaltanti. Maroni: «Due ragazze speciali, vivaio importante»
Il motto sociale è «Arripe Remos», frutto del genio di Gabriele d’Annunzio — che si inventò pure gli Agonali del Remo, con tanto di preziosa coppa per il vincitore — e nel nome del club figura la parola Canottieri. Quindi non ci si dovrebbe stupire che Salò sia diventata la piccola grande capitale del remo, non solo gardesano e bresciano ma lombardo. Lo dicono i risultati. Laura Meriano, protagonista dal 2016, quest’anno ha conquistato l’argento nel Quattro Con ai Mondiali Under 23: talento puro, grintosissima, con l’obiettivo evidente di conquistare il passaporto olimpico per Tokyo 2020. Vittoria Tonoli, cresciuta con un lavoro costante e faticoso, ha vinto pure lei un argento all’Europeo Juniores come al Mondiale Juniores. Nei giorni scorsi, all’Olimpiade giovanile di Buenos Aires, traguardo mai raggiunto da un atleta salodiano è giunta quinta, vincendo la Finale B. E tanti altri giovani si sono fatti notare negli appuntamenti italiani.
«Cerchiamo di seguire al meglio cinque sport, molto diversi l’uno dall’altro — spiega Marco Maroni, presidente della Società Canottieri Garda Salò — ma è giusto sottolineare il lavoro sul remo, tanto più che i risultati arrivano da due ragazze scoperte e cresciute in casa. E alle loro spalle si è creato un vivaio importante» In effetti si è arrivati a una cinquantina di canottieri, divisi su quattro squadre (agonistica, gruppo sportivo, giovanile e master) che prendono parte alle rispettive manifestazioni. «E sono tutte persone reclutate nel raggio di 10 km intorno a Salò, il che dà un valore ancora superiore all’opera del club» spiega Stefano Melzani, responsabile della sezione e il tecnico che segue le più brave per l’Italia e il mondo. Ex nuotatore, salodiano doc, ha iniziato la carriera da allenatore mentre studiava Scienze Motorie all’Università; nel 2010, il circolo gli ha proposto di mollare le future Pellegrini per tentare la rinascita del remo. «Avevamo solo quattro ragazzini di 12 anni, ma non ci siamo scoraggiati» dice con la consapevolezza che non sono molti i coach trentenni, in Italia, ad avere creato un sistema partendo quasi da zero. «Al di là dei successi, ho capito che siamo sulla strada giusta quando è stata convocata in Nazionale la terza atleta di punta, Rosa Lucania. È stato merito suo ma anche del “peso” che la Canottieri ha raggiunto nel movimento, grazie ai risultati ma soprattutto per la crescita anno dopo anno nelle regate per i giovani». Più che un’alchimia, è stato frutto di un grande lavoro di promozione con il progetto legate alle scuole medie e agli open day che hanno portato interesse in generale e parecchi tesseramenti. Da qui i primi piazzamenti e poi le medaglie. «Qualsiasi allenatore di qualsiasi sport sa che senza il motore umano, la motivazione e l’impegno, non porti a casa nulla – sottolinea – ma è vero che ci vuole uno sforzo collettivo per migliorarsi, soprattutto in uno sport come il nostro dove si pensa solo alla fatica mentre la tecnica è ancora più importante e l’affiatamento basilare». Difatti, viene naturale chiedere come mai i due gioielli salodiani oggi non siano sullo stesso armo. «Sono amiche ma ora rendono il massimo separate. E ancora di più perché sono inserite in equipaggi composte da ragazze di club diversi: diventa più faticoso e complicato allenare due o quattro atlete nello stesso posto e dello stesso circolo. Meglio ritrovarsi solo in Nazionale». Il vero mistero è la superiorità nei numeri e nei risultati delle ragazze di Salò rispetto ai ragazzi. «Al di là che avere in casa due campionesse resta un vantaggio per la promozione, è anche la concorrenza degli altri sport a fare la differenza. La Feralpi Calcio lavora bene sul territorio, ha tante squadre giovanili, spesso di buon livello, e attira facilmente i ragazzi. Per le ragazze non esitono le stesse occasioni di emergere: se Salò avesse un team forte di pallavolo e basket, magari non avremmo lo stesso seguito. Ovvio che a noi va bene così». Il prossimo obiettivo, al di là di sostenere la carriera della Meriano (che facilmente entrerà nel gruppo sportivo dei Carabinieri) e della Tonoli? «Mi piacerebbe vedere una struttura dove ogni appassionato del remo trovi il suo spazio ideale. Dalla ragazzina che sogna i Giochi ai giovani che vogliono tenersi in forma e alle persone mature che hanno solo voglia di remare nel fine settimana, per hobby. Diciamo un vero rowing club all’anglosassone, che sarebbe un vanto per Salò». A un circolo così si iscriverebbe di sicuro anche il Vate, pagando ovviamente la quota d’iscrizione con un neologismo.