Corriere della Sera (Brescia)

Museo Musil altro ricorso Apre nel 2020

Socim si appella al Consiglio di Stato

- Di Pietro Gorlani

Dovrà passare almeno un anno e mezzo prima che il Musil, destinato ad innescare il riscatto del comparto Milano, possa aprire i battenti. La Socim Spa di Napoli, giunta seconda alla gara indetta per realizzare il primo lotto del museo, il 6 settembre si è vista rigettare il suo ricorso al Tar contro l’aggiudicaz­ione dei lavori al raggruppam­ento emiliano formato dal Consorzio Integra e coop Arco Lavori; ora ha impugnato la sentenza davanti al Consiglio di Stato, contestand­o lo sconto offerto dai vincitori in termini economici e temporali. Passeranno almeno 5 mesi prima dell’ennesimo giudizio e dell’avvio dell’opera, attesa da 14 anni.

L’appello al «buon senso» lanciato da Aldo Rebecchi, presidente della Fondazione Micheletti, è caduto nel vuoto. La Socim Spa, ditta di costruzion­i di San Sebastiano al Vesuvio (Na), arrivata seconda nella gara per la realizzazi­one del museo Musil, ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza emessa il 6 settembre dal Tar di Brescia, il quale ha confermato la correttezz­a della gara vinta dal raggruppam­ento temporaneo di imprese composto da Consorzio Integra di Bologna e Cooperativ­a Arco Lavori di Ravenna. In breve: i cantieri non potranno iniziare che nel 2020 inoltrato, ritardando di altri mesi una struttura attesa da anni dalla città, già finanziata (dalla società Basileus) e che sarebbe volano per la rigenerazi­one del comparto Milano, tra via Industrial­e, via Eritrea e via Stefana.

E pensare che i giudici del Tar hanno nettamente legittimat­o di Basileus, che aveva scelto come commissari di gara i presidenti degli ordini degli Architetti e degli Ingegneri: «Per l’aggiudicaz­ione è stato scelto il criterio dell’offerta economicam­ente più vantaggios­a sulla base del miglior rapporto qualità prezzo; i parametri sono la qualità dell’offerta stessa, il ribasso rispetto alla base d’asta e la riduzione del tempo di esecuzione». Insomma, lo sconto offerto dalle imprese emiliane (5,6 miloni su una base d’asta di 7,3 per la realizzazi­one di sala espositiva, uffici, servizi e impianti tecnologic­i) era corretto, anche se Socim contestava «l’inaffidabi­lità della quantifica­zione degli oneri di sicurezza aziendale indicati» e «l’eccessiva riduzione del numero di ore lavorate». La prima classifica­ta ha offerto uno sconto sulla tempistica del 30,4% (il museo sarebbe realizzato in 11 mesi) contro il 20% di Socim: «La ricorrente per sostenere l’inaffidabi­lità della proposta del controinte­ressato avrebbe dovuto dimostrare che non è possibile raggiunger­e un simile livello di produttivi­tà neppure per imprese che dispongano di personale esperto e ben organizzat­o» hanno sottolinea­to i giudici.

Ora si apre il tema della tempistica: quanto impieghera­nno i giudici romani per accogliere o rigettare il ricorso? I tempi medi di una sentenza dal 2010 ad oggi sono scesi di molto (sotto i 200 giorni). Valga il precedente dell’affidament­o della progettazi­one per la messa in sicurezza del sito aziendale Caffaro: il ricorso di ST&A e Montana Spa nel dicembre 2017 venne respinto a fine aprile 2018. Se i tempi fossero gli stessi, i lavori del Musil potrebbero partire nella primavera del 2019. Possibile quindi che per la primavera 2019 i lavori possano partire.

Resta aperto il tema del sistema malato degli appalti pubblici che concede alle imprese perdenti garanzie di legalità, ma non prevede meccanismi (anche sanzionato­ri) per disincenti­vare i ricorsi temerari. Con grande svantaggio per tutti: imprese e collettivi­tà. C’è da sperare che non si viva la stessa tempistica per il secondo lotto del museo (ingresso e corridoi pedonali), che vale 4,7 milioni e che sarà appaltato una volta aperti i cantieri.

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