Il futuro del Pd
Stagione impegnativa quella che affronta il Partito Democratico impegnato nel percorso congressuale, necessario dopo la bocciatura notificata dall’elettorato il 4 marzo scorso. Quello nazionale sarà incisivo e convincente nella misura in cui i congressi provinciali che lo precedono sapranno leggere, interpretare e rispondere positivamente alle ansie ed alle attese delle comunità, investendo di responsabilità persone autorevoli, capaci e credibili. Una sfida duplice dunque: indicare con chiarezza alcune finalità programmatiche per riprendere uno sviluppo economico inclusivo ed investire dirigenti all’altezza del compito. L’incipit non è dei migliori. I tempi scadenzati sono stretti e tuttavia non tali da impedire, con l’analisi e l’approfondimento culturale delle ragioni che hanno alimento le radici del fallimento, l’emersione e la condivisione di credibili proposte programmatiche, alternative a quelle confuse e pericolose somministrate al cittadini dall’attuale maggioranza parlamentare. Anche nelle difficoltà, non possiamo abdicare alle personali responsabilità disertando il campo. Riteniamo che il Pd debba centrare la propria proposta programmatica sull’Europa e ne faccia la primaria bandiera. Un’Europa federale, democratica, solidale, pacifica e promotrice di dialogo e pace. L’Europa delle nazioni senza nazionalismi. Di contro l’alternativa consiste nella progressiva divisione in una inconciliabile babele di contrapposti ed incomponibili interessi particolari. Sul piano interno va cercata e proposta una rinnovata articolazione del welfare state, con deciso accento alla necessità di giungere ad una più equa ripartizione e distribuzione della ricchezza prodotta, oggi disarmonica, selettiva e escludente. Va riscoperta la capacità sapiente di ascoltare le voci ed i bisogni dei singoli cittadini e delle associazioni che li rappresentano. Una migliore inclusione sociale potrebbe essere raggiunta dall’introduzione di un «assegno di maternità» concreto, sensibile, duraturo, capace di valorizzare la funzione sociale della maternità e dare affidamento e serenità a tanti genitori in difficoltà. Altro che reddito di cittadinanza! Da ultimo ci si interroghi con quali forze e quali alleati perseguire le finalità deliberate. Il congresso provinciale che si celebrerà il 18 novembre, non si giochi solo nella disputa fra addetti sull’indicazione del nome del candidato alla segreteria, a prescindere da capacità personali e programmi da attuare. Si apra alla società ed al partecipato confronto interno. Non si sprechi l’opportunità. Non replichiamo rituali immortalati e descritti dalla nostra letteratura. Insieme ce la possiamo fare.