Le note finlandesi al teatro Grande con Mikko Franck
Martedì Franck, l’orchestra di S. Cecilia e Sol Gabetta
Promette di portare a Brescia i colori, i profumi e la bellezza del paesaggio della sua nazione d’origine, la Finlandia. Il giovane direttore d’orchestra Mikko Franck, classe 1979, considerato tra i più importanti musicisti della sua generazione, sarà sul palco del Teatro Grande martedì, alla testa dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per un concerto che vedrà anche la partecipazione della celebre violoncellista Sol Gabetta. Molto bello il programma, che si apre con l’Ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Tchaikovsky, prosegue con il Concerto per violoncello di Édouard Lalo e la Sinfonia n. 2 di Jean Sibelius.
«Sono molto felice di esibirmi a Brescia, dove sarò per la prima volta» spiega il maestro.
Partiamo da Jan Sibelius, compositore fondamentale nella storia della musica, ma purtroppo non così conosciuto. Cosa significa per un finlandese Sibelius?
«Sono cresciuto con la musica di Sibelius. È stato il più importante compositore finlandese e la sua musica ha influenzato e continua a influenzare molti altri compositori del Novecento. Nelle sue opere si ispira e ritrae in maniera straordinaria la natura del mio Paese. Quando lo dirigo, mi sento a casa».
A Brescia dirigerà la giovane e talentuosa violoncellista argentina Sol Gabetta nel Concerto di Lalo. Avete già suonato insieme?
«Ho collaborato molte volte con Sol: è un’amica e una collega con la quale è sempre emozionante lavorare. Eseguiremo questo concerto in diverse date, sia in Italia che in Germania, ma ogni sera sarà diversa dall’altra: è il bello di fare musica dal vivo, ogni volta è differente, anche se si esegue lo stesso brano. Che sarà il Concerto per violoncello di Lalo, uno dei capolavori della letteratura ottocentesca per questo strumento. Mi auguro che dopo la nostra tournee sia più conosciuto e amato anche in Italia».
Cosa ci dice invece del pezzo di Tchaikovsky?
«È un brano molto noto e amato. Ed è facile capire perché: è come se il compositore raccontasse in breve la storia degli sfortunati amanti, è come una piccola opera».
Lei è stato nominato direttore ospite principale, per la prima volta nella storia dell’Accademia di Santa Cecilia. Come si trova a lavorare con questa orchestra?
«Mi trovo benissimo, sin dalla prima volta che la diressi, nel giugno del 2015: davvero una grande esperienza musicale. Spero di collaborare a lungo con Santa Cecilia! Ogni orchestra è diversa dall’altra e mi piace sottolineare come sia un gruppo formato da tanti singoli musicisti, ciascuno con la sua storia ma capaci di fare sintesi».
Lei dirige anche opera italiana. C’è un compositore italiano che ama in particolare? «Puccini, senza ombra di dubbio. Perché ha una scrittura orchestrale straordinaria e poi, se chiudi gli occhi, puoi vedere quello che la musica descrive. È davvero qualcosa di speciale».