Nuova governance per rilanciare il lavoro
L’obiettivo della Cgil e del segretario Spera: l’appello a imprenditori e categorie
Dal palco del nono congresso territoriale della Camera del lavoro, il segretario generale Silvia Spera, rimette all’attenzione di tutti, in ambito territoriale, la «necessità di una governance trasparente e democratica che individui una politica industriale locale, che punti sull’innovazione e la qualità, sulla cultura e sui saperi». L’invito è rivolto a tutti: associazioni imprenditoriali, istituzioni.
Dal palco del nono congresso territoriale della Camera del lavoro iniziato ieri, il segretario generale Silvia Spera, rilancia. Rimette all’attenzione di tutti, in ambito territoriale, la «necessità di una governance trasparente e democratica che individui una politica industriale locale». E precisa anche le caratteristiche: «Che punti sull’innovazione e la qualità, sulla cultura e sui saperi, sull’istruzione e la formazione, sulla legalità e le buone prassi senza dimenticarsi della tradizione».
E l’invito è rivolto a tutti: associazioni imprenditoriali, istituzioni, prefettura, provincia oltre ovviamente a Cisl e Uil. Altrettanto chiaro dovrebbe essere l’obiettivo: «Sperimentare percorsi di politiche attive e industriali sostenibili e di rilancio, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, evitando la dispersione del nostro patrimonio industriale sostenendo ricerca e innovazione in stretto rapporto con l’Università e tutto il sistema scolastico bresciano». Una proposta che elenca tante buone intenzioni e quindi difficile da non condividere, di certo sentita fin troppe volte nelle più diverse assemblee congressuali ma che di fatto non si è ancora mai concretizzata. E se questo è un obiettivo sul quale lavorare, il presente della Cgil bresciana racconta anche di qualche «spina» non taciuta dal segretario. Nella sua relazione si legge delle 2198 assemblee pre congressuali dove in 24.473 hanno votato (il 23,67% degli iscritti) i 413 delegati ma dove si è anche registrata «una partecipazione inferiore ai congressi precedenti» tanto da farle aggiungere che «anche tra i nostri iscritti registriamo una difficoltà crescente nel considerarsi parte di un’azione collettiva». Come dire che «oggi i lavoratori chiedono a gran voce di essere rappresentati ma, a differenza di altri momenti, limitano il raggio della nostra rappresentanza legandolo strettamente alle loro condizioni di lavoro».
Una sorta di avvertimento che la Spera accetta ricordando però come un sindacato confederale deve partire «dalla concreta condizione lavorativa di ognuno per arrivare ad una contrattazione di tutti gli aspetti del rapporto di lavoro. Dai problemi individuali ad una tutela collettiva». Una strada che non può prescindere quindi dal «rilancio di una stagione contrattuale come strumento indispensabile per cambiare le condizioni materiali delle persone, per acquisire maggiori diritti e libertà e per tenere il passo con le modifiche del mondo del lavoro». Nel concreto, «da questo territorio deve partire una proposta di redistribuzione della ricchezza che riconosca incrementi salariali, che unifichi condizioni e tutele nei luoghi di lavoro anche in tema di sicurezza, che contrasti la precarietà, che riconosca la professionalità di fronte ai nuovi processi tecnologici». Non dimenticandosi da dove si deve partire: «Il lavoro è il presupposto per affermare la dignità e la libertà delle persone».
Oggi al Brixia Forum, i delegati votano per eleggere il nuovo segretario.