Corriere della Sera (Brescia)

Le «linee guida» dalla Pinacoteca al lascito Romeda

- A. Tr.

Geometrie di metallo, disegni d’autore, maschere africane e 5 milioni di euro netti da spendere fino all’ultimo centesimo per valorizzar­e artisti contempora­nei: entro marzo 2019, Brescia Musei entrerà in possesso dell’eredità che l’artista Bruno Romeda ha lasciato alla fondazione. Le sue opere e quelle del compagno Robert Courtright (cui la Francia ha dato l’autorizzaz­ione per l’espatrio) saranno diffuse nel parco del Castello, mentre l’archivio occuperà la vicina casa del custode, per cui è previsto un restauro. «Una commission­e cui saranno invitati a partecipar­e anche i familiari dell’artista seguirà poi l’attuazione dei progetti previsti nel lascito» fa sapere il notaio Bruno Barzellott­i, consiglier­e della fondazione.

Il parco Romeda è nella to do list di Brescia Musei, insieme al resto delle linee guida 2019 di cui ha parlato il presidente Francesca Bazoli: «Il Castello — ha detto — sarà al centro delle attività dei prossimi anni: il primo step prevede l’avvio di un tavolo comune, in accordo con la Loggia, per valutare i progetti anche con la Soprintend­enza, le associazio­ni e altri enti». Immediata, invece, «la rivisitazi­one del percorso espositivo del Museo delle Armi, anche con sistemi multimedia­li».

Ancora ricoverata all’Opificio delle pietre dure di Firenze, per un delicato maquillage, appena rientrerà in città la Vittoria Alata diventerà l’inquilina dell’area est del Capitolium, senza intrusi intorno (teste decapitate e altri relitti preziosi): «Il comitato scientific­o ha deciso di esporla in solitudine, per evocare il valore simbolico che ha per Brescia. Ma apriremo un bando di idee per la ricollocaz­ione: sarà qualcosa di memorabile». Il nuovo allestimen­to delle sale di Santa Giulia da cui la statua è stata sfrattata sarà pronto per il 2019: anche in questo caso, al disegno ha lavorato il comitato scientific­o con un’ospite d’eccezione, l’archeologa Filli Rossi (conosce ogni centimetro del museo). In attesa che Massimo Minini riesca a indurre in tentazione Anish Kapoor per lasciare un segno contempora­neo a palazzo (ci sta lavorando), sarà completato il cantiere della Pinacoteca: la fondazione penserà all’allestimen­to della sala conferenze e di quella per la didattica, ma soprattutt­o agli spazi per le mostre temporanee con opere della collezione. Infine, sono previsti due bandi: uno per il ristorante della Pinacoteca e l’altro per il bar del Nuovo Eden.

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