Balzo dei consumi elettrici
Il dato più alto dal 2008. Impennata record per siderurgia e manifatturiero
Nel 2017 i consumi energetici sono cresciuti quasi del 6 per cento: 12.784 gigawattora utilizzati nel Bresciano. È il balzo più consistente dal 2008, anno che ha preceduto la grande crisi.
A guidare la classifica è l’industria (+6,9%) con picchi record per il settore siderurgico (i forni sono elettrici) ed manifatturiero. Cresce anche il terziario (+5,1%), trainato da alberghi e bar, aumenti meno consistenti (+2,3%) per le case. I settori con il segno meno sono quelli dove la crisi permane: banche, comparto chimico, produzione di cemento. Positivo il calo (-3,1%) di consumi dell’illuminazione pubblica. Solo un terzo dell’energia consumata è prodotta in provincia.
Un balzo nei consumi energetici poderoso quello avvenuto a Brescia e provincia lo scorso anno. Nel 2017 si sono consumati complessivamente 12.784 Gigawattora (per calcolare i chilowattora basta moltiplicare per un milione): il 5,9 per cento in più dell’anno prima. Un indicatore diretto del fatto che l’industria bresciana è tornata a macinare numeri importanti. Per ritrovare un consumo maggiore bisogna infatti tornare al 2008, l’anno prima della grande crisi (il consumo dieci anni fa era di 13.751 GWh).
Il comparto che registra infatti il maggior balzo nei consumi è proprio quello industriale (6,9 per cento), con il settore siderurgico che tocca il record del +8,9% (3840 GWh). Un aumento percentuale minore ma primo per quantitativi energetici consumati è la manifattura di base (4.901 GWh per un +7,2% sul 2016). A seguire troviamo l’agricoltura (+5,3%), il terziario fatto d’uffici, negozi e uffici pubblici (+5,1%) mentre l’aumento più modesto riguarda i consumi domestici (+2,3%): negli anni l’arrivo di elettrodomestici e lampade meno energivore hanno contribuito a contenere gli aumenti dei numeri assoluti.
Nelle tabelle Terna (gestore della rete elettrica) con 52 diverse categorie di consumo, quelle con un segno «meno» si contano sulle dita di una mano: c’è il settore «credito e assicurazioni» (-4.5%), soggetto ad un profondo ridimensionamento vista la galoppata dei servizi online; quello «illuminazione pubblica» (-3,1%), motivato dall’installazione di luci a led ed al riscatto dei punti luce fatto da una cinquantina di Comuni. E ancora, si registra un -4,7% del comparto chimico (fino ad un -12,1 del settore fibre), un -6% del settore cemento e calce, sintomo dell’onda lunga della crisi edile ed un -1,2% del settore abbigliamento.
Interessante anche uno sguardo al trend storico dei consumi, che è parallelo all’andamento dell’economia locale. Quarant’anni fa i consumi erano la metà degli attuali (6mila GWh); sono cresciuti fino al 1981 per poi subire una battuta d’arresto fino al 1983, per colpa della chiusura di grandi industrie pesanti, a Brescia e hinterland (ma anche nelle valli). Poi si ha un trend di continua ascesa, con la parentesi di un calo molto modesto tra 1992 e 1993. Il forte balzo nei consumi arriva nel Duemila (si passa dai 10.974 del 1999 a 12.923 GWh). Sono gli anni in cui in provincia arrivano quattro domande per la realizzazione di centrali termoelettriche (Offlaga, Calvisano, Mairano, Borgo San Giacomo) con le quali il comparto industriale pensava di sopperire al gap energetico bruciando metano per produrre corrente elettrica. Di quegli impianti — per volontà della stessa Regione — non ne venne costruito nemmeno uno; alla fine risultava più conveniente acquistare energia dall’estero (anche da fonti nucleari). La vera crisi arriva nel 2009, dove i consumi energetici crollano a 11.316 GWh, ben 2.430 in meno del 2008, anno record per consumi energetici. C’è poi stata una lenta risalita, anche se si è registrato un calo tra 2011 e 2013.
Brescia produce solo un terzo dell’energia che consuma, ma è quasi tutta green. In provincia è installata il 5,5% della potenza impiantistica che crea energia pulita. La parte del leone la fanno i 20 grandi impianti idroelettrici montani ( 300 MW di potenza) ai quali si aggiungono i 230 impianti mini-idroelettrici e oltre 23 mila impianti fotovoltaici (6° posto della classifica nazionale).