Corriere della Sera (Brescia)

Le mani di «Annina» sulla finale mondiale «Non sembra vero...»

- Di Luciano Zanardini

Una sfida epica che vale una finale mondiale. E la bresciana Anna Danesi è una delle protagonis­te indiscusse di un’impresa che i vivi possono vedere e i posteri potranno solo leggere o ascoltare. Con quattro punti nel tie break (dodici quelli totali) ha preso in mano l’Italia e l’ha trascinata al successo nella semifinale contro la Cina. Tre set a due (25-18, 2125, 25-16, 29-31, 17-15) per l’Italia. L’abbraccio condito dalle lacrime di gioia tra Anna e la compagna di stanza Carlotta Cambi sono la sintesi di un gruppo che sente vicino un traguardo che alla vigilia poteva sembrare azzardato. La Cina, che aveva pareggiato i conti nel quarto set, è caduta solo al quinto sotto i colpi di Egonu e Danesi.

Fenomenale il primo tempo di Anna per il 10 a 9 dopo uno scambio interminab­ile con quella serenità disarmante, nonostante i 22 anni di età, degna di una veterana che sta giocando a livelli altissimi (è sempre al comando della classifica dei punti a muro). «Non è vero — commenta ridendo la centrale di Roncadelle — non sono tranquilla: faccio finta…».

Costante il suo rendimento sia in battuta sia sotto rete con 12 punti. «Non capisco bene cosa sta succedendo. Siamo state bravissime — racconta — perché loro non hanno mai mollato. Si è visto quanto ci crediamo da come abbiamo attaccato e difeso». Corsi e ricorsi. Come nel 2002, l’Italvolley batte la Cina e si ritrova in finale. Se 16 anni fa l’ultimo atto fu contro gli Stati Uniti, oggi (alle 12.40) l’Italia è attesa dalla Serbia. Le azzurre sono state soprannomi­nate le ragazze terribili. E fin qui hanno sbaragliat­o la concorrenz­a (11 vittorie).

Ora affrontano proprio l’unica squadra che le ha battute. Ma poco importa. In quel caso il ct Mazzanti fece riposare Myriam Sylla; di contro invece le campioness­e d’Europa, che furono superiori al centro, schieraron­o le migliori interpreti, tentando così di evitare la Cina che le aveva sconfitte nella finale olimpica di Rio. Sono gare che a livello nervoso si preparano da sole, non dal punto di vista tattico («Di sicuro dobbiamo studiare le avversarie»).

Di certo, come dice Anna, «la stanchezza non si sente» quando si vivono emozioni così grandi: «Non mi rendo, però, ancora conto di essere in una finale mondiale».

 ?? Muro ?? Paola Egonu e Anna Danesi, super contro la Cina (Afp)
Muro Paola Egonu e Anna Danesi, super contro la Cina (Afp)

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