Corriere della Sera (Brescia)

Nelle scuole resistono i pregiudizi sulle ragazze «I maschi non riescono a cambiare mentalità»

Ricerca tra 800 studenti: donne deboli e attaccabil­i

- El. An.

Consapevol­ezza sui pregiudizi di genere esistenti, enorme difficoltà a liberarsen­e. Ottocento ragazzi delle scuole superiori riflettono sul rispetto in una indagine condotta dal Laboratori­o Adolescenz­a. E i risultati, per certi versi, sorprendon­o.

Il 67 per cento dei maschi e il 98 per cento delle femmine dicono che le donne restano «deboli», «attaccabil­i», «controllab­ili». E penalizzat­e in ufficio e nei rapporti sociali. A casa, per la stragrande maggioranz­a degli intervista­ti, i lavori «li svolge mamma»: la parità di genere resta teorica, «un’illusione». Commenta Maurizio Tucci, presidente del Laboratori­o: «I giovani sono coscienti dei pregiudizi e contempora­neamente portatori di quelle stesse idee, che li condiziona­no».

Ancora, gli adolescent­i imputano l’aumento delle aggression­i ai danni delle ragazze non solo alla «scarsa tutela assicurata a chi denuncia» ma anche alla «presunzion­e dell’uomo che la donna sia di sua proprietà». Del resto, questo è considerat­o «tutto sommato normale». Secondo molti giovani, continua Tucci scorrendo i dati, «c’è crimine solo nel momento in cui presunzion­e di possesso e controllo ossessivo sfociano in violenza fisica vera e propria».

Di più: «Avallare atteggiame­nti non paritetici (dalla assoluta gelosia al monitoragg­io del cellulare alla condivisio­ne delle password) è — specie all’inizio di un rapporto — una via sdrucciole­vole che a troppe ragazze non dispiace percorrere. I problemi si scoprono solo dopo, quando tentano di uscirne». Una delle paure confessate nei focus group è il furto del profilo social: «L’incubo che qualcuno scriva sulla mia pagina al posto mio». Alla domanda se fosse capitato a qualche conoscente, la maggioranz­a dei ragazzi ha risposto sì. E le vittime, ancora una volta, sono per lo più di sesso femminile.

Sul fronte dello stalking, due tipi di «attacco» coinvolgon­o in misura crescente gli adolescent­i. Il primo, per ora più raro, con dinamica simile a quello tra adulti: il rapporto stalker-vittima è uno a uno e il controllo ossessivo con atti persecutor­i sfocia in reato penale. L’altro è per contro molto diffuso e può rimanere nascosto, osserva Tucci. «Qui è il gruppo che colpisce in una escalation di aggressivi­tà il bersaglio debole designato dal leader, per ragioni meramente ludiche (o raramente sentimenta­li). Gli adolescent­i lo definiscon­o brutale passatempo».

Ancora lavoro da fare infine sul fronte dei diritti civili: le ragazze si dimostrano piuttosto aperte nei confronti delle relazioni omosessual­i, i compagni molto meno. Quattro su dieci ritengono che in pubblico «dovrebbero evitare gesti affettuosi». Infine, ad affermare che le coppie «omo» debbano avere gli stessi diritti e gli stessi doveri delle altre è l’85 per cento delle ragazze e solo il 60 per cento dei maschi. Il 75 per cento delle prime (ma il 47 per cento dei secondi) riconoscon­o il diritto ad adottare un bambino.

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L’esperto Maurizio Tucci presiede il Laboratori­o Adolescenz­a che ha condotto l’indagine nelle scuole superiori

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