«Il controllo è inutile, insistere nel dialogo»
«Per aiutare i ragazzi a non cadere trappola delle ossessioni, i genitori dovrebbero partecipare il più possibile alla loro vita virtuale, evitando di lasciarli soli con le loro chat. Non puntare sul controllo, che non funziona, ma sul coinvolgimento». Matteo Lancini, psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro, lavora quotidianamente con i disagi legati a cyberbullismo e stalking.
Perché in alcuni ragazzi nasce l’ossessione?
«Ad innescarla è il rifiuto, spesso sentimentale, o semplicemente l’assenza. Nei casi estremi il ragazzo entra in “fissa” e nel cercare tutti i modi per rendersi visibile all’altra persona, arriva a volerne il controllo. Irrompe violentemente e ripetutamente nella sua vita, nell’illusione di possederla».
Gli effetti che lo stalking provoca su un adolescente sono peggiori di quelli sugli adulti?
«Nell’età evolutiva l’equilibrio è molto delicato. Più fragili le difese, più dirompenti e amplificate le conseguenze».
Spesso gli attacchi persecutori tra ragazzi coinvolgono il gruppo
«Il leader cerca un bersaglio, gli amici lo aggrediscono e l’attacco finisce pubblico, in rete. Spesso le vittime sono ragazze, altre volte i maschi ritenuti fragili e dunque controllabili. Questo tipo di reati accendono paure che coinvolgono tutto il gruppo di coetanei».