PROVINCIA D’EUROPA
Si vota per il rinnovo del presidente della provincia. Il 31 ottobre. Solo per il presidente e non per il consiglio. E alle urne non ci andiamo noi, cittadini del territorio, ma i 2553 consiglieri comunali degli oltre duecento comuni in cui è divisa la provincia. Sono le anomalie del pasticciaccio,di una riforma incompiuta,che doveva eliminare le province e le ha solo abolite a metà, producendo un mostriciattolo istituzionale che pure sopravvive e qualche volta dà perfino buona prova di sé. Si vota per cambiare Pier Luigi Mottinelli insediato a palazzo Broletto nell’ultimo quinquennio. Si scontrano per il ruolo Giorgio Bontempi, leghista, sindaco di Agnosine e Samuele Alghisi, per il centro sinistra, sindaco di Manerbio. Entrambi consci di rappresentare più il livello comprensoriale dei comuni che non lo sviluppo del territorio, più il ruolo di servizio per le amministrazioni locali che non una istituzione autonoma per il futuro dell’area vasta. Eppure le indicazioni che escono dall’esperienza Mottinelli dicono che le province possono dare alla istituzione pubblica nuovi indirizzi di lavoro, nuovi obiettivi di impegno. Accanto ai tradizionali temi della scuola, delle strade, degli acquedotti, la provincia di Brescia ha davanti due strade innovative di lavoro. La prima è quella di coordinamento a livello sovracomunale di due temi fondamentali per la gestione pubblica: l’ambiente e l’integrazione del fenomeno migratorio.
Sul primo il disastro ambientale è di livelli tali che lo stesso presidente uscente ha chiesto alla Regione lo stop ad ogni nuova richiesta di cava. Sul secondo anche solo un monitoraggio razionale ed efficiente del fenomeno rappresenta un intelligente modello di lavoro collettivo. La seconda strada di impegno è più innovativa. Riguarda la avviata, ma non pienamente coltivata, pratica di riequilibrio regionale, con la costruzione di una alternativa all’area milanese dove si concentrano oggi tutti gli enti di ricerca e si drenano tutte le risorse disponibili. L’avvio dell’istituto per la Lombardia Orientale è una pratica intelligente purché passi adesso ad una fase progettuale. E attiene infine a quello «sportello Europa», aperto in Broletto, e che va assolutamente consolidato.