Portate ridotte nel fiume Oglio per salvare l’Iseo
«Se non pioverà il lago d’Iseo arriverà vicino ad un punto critico, tanto che dovremo ridurre drasticamente le portate in uscita nel fiume Oglio. Dovremo chiedere una deroga alla Regione per ridurre il deflusso minimo vitale, anche se si mette a rischio il funzionamento delle centrali idroelettriche. Non solo. Gli scarichi dei depuratori non verrebbero più diluiti, con potenziali spiacevoli ristagni». A parlare è il direttore del consorzio dell’Oglio, l’ingegnere Massimo Buizza (nella foto) che da anni cerca di fare le nozze con i fichi secchi, ovvero di garantire l’acqua per irrigare i 60 mila ettari bagnati dall’Oglio, conservando l’acqua nel lago nei momenti d’abbondanza per poi rilasciarla quando ce n’è bisogno. Un lavoro che negli anni è diventato sempre più difficile. Lo è certamente dal 2003, anno della grande siccità. «In effetti in questi anni ho notato un cambiamento dell’andamento climatico — conferma Buizza —. Prima c’erano stagioni definite mentre ultimamente si susseguono sempre più situazioni critiche e fenomeni più intensi. Ci sono prolungati periodi di siccità ai quali seguono precipitazioni eccezionali». Il trend d’aumento costante della temperatura prosegue dal 1991 e quello che più inquieta è l’instabilità dei fenomeni meteorologici, il che rende molto più difficile anche il lavoro degli enti regolatori (se in estate si svuota troppo il lago a lamentarsi sono gli operatori turistici). Buizza è conscio dei cambiamenti climatici in atto, rifugge la visioni «catastrofiste» o «negazioniste» ma sa della necessità di affrontare una riflessione sulle possibili strategie future. (p.g.)