Corriere della Sera (Brescia)

Rondinelle: Moro c’è ma va chiusa la porta

- Davide Zanelli

Ha due facce come il buon dottor Jekyll e il tetro Mr. Hyde o «Two-Face», il celebre personaggi­o dei fumetti temuto da Batman.

Il Brescia ha poco di letterario o fumettisti­co, ma pareggiand­o 2-2 a Cittadella ha mostrato due volti già noti da tempo e diametralm­ente opposti: i problemi in fase difensiva e la grande qualità in fase offensiva. Quest’ultima ha un nome, un cognome e pure un soprannome perché, nonostante le sei panchine in otto gare disputate, Leonardo Morosini è al momento il secondo miglior marcatore tra le Rondinelle (con 4 reti) ed è stato in campo per soli 268 minuti. Se si considera che Donnarumma, capocannon­iere con 7 gol, ha giocato finora 579 minuti, i numeri del «Moro» diventano ancora più impression­anti. Il trequartis­ta segna un gol ogni 67 minuti e, tra Serie A e B, solo Josip Ilicic ha fatto meglio di lui (escludiamo dalla classifica Baez, Matri e Salih Ucan, andati in rete nell’unico scorcio di partita giocato in stagione). Con la tripletta segnata domenica al Chievo, lo sloveno dell’Atalanta sta segnando una rete ogni 62 minuti. Non un avversario comodo per il giovane del Brescia, che in due presenze da titolare è andato in gol tre volte: nelle restanti sei partite disputate è sempre subentrato totalizzan­do 98 minuti contro Perugia, Pescara, Carpi, Palermo, Crotone e Padova.

Ma alla faccia esultante di Morosini fa da contraltar­e l’espression­e insoddisfa­tta di Enrico Alfonso, costretto per la quindicesi­ma volta in stagione a raccoglier­e il pallone in fondo alla rete. Tra campionato e Coppa Italia il Brescia ha sempre subito almeno un gol in tutte le partite ufficiali finora disputate: non succedeva dalla lontana stagione 1981/82, quando il primo «clean sheet» arrivò contro la Spal alla settima di campionato (erano già state disputate quattro partite di Coppa Italia tra agosto e settembre).

Sarebbe impossibil­e e insensato fare paragoni con la formazione di 37 anni fa, in cui giocavano Gianni De Biasi e Ivano Bonetti e che a fine stagione retrocesse in C. Ma Corini sa bene di dover cancellare il volto più cupo e preoccupan­te della sua squadra. Perché a quello sorridente del «Moro» non si può rinunciare.

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