Corriere della Sera (Brescia)

Lodi, il sindaco incassa l’appoggio del ministro «Legge rispettata»

Bussetti sul caso mense: verso una soluzione

- Francesco Gastaldi

LODI Sul caso mense il sindaco Sara Casanova ha guadagnato un alleato. Il ministro all’Istruzione e all’Università Marco Bussetti ieri mattina si è schierato dalla parte del sindaco di Lodi, da un mese nel mirino per il regolament­o sull’accesso alle prestazion­i sociali che ha precluso a duecento bambini stranieri l’accesso a mense, scuolabus e asili nido a tariffe agevolate. «Non ha fatto altro che applicare la legge — ha affermato il titolare di Miur —: penso che lei voglia andare in fondo ai bisogni delle persone, ma anche essere garante delle norme». Il contatto è arrivato nei giorni scorsi. La Casanova non rivela quando, ma c’è stata una telefonata fra i due con toni cordiali.

Nel fine settimana proprio il segretario Pd Maurizio Martina aveva sottolinea­to il «silenzio» del ministro su Lodi, affermando che «non poteva cavarsela» definendol­o «un caso locale». «Qui — ha ribadito Martina ascoltando le storie di alcuni immigrati extra Ue con figli esclusi dalle mense a Lodi — non si è fatta solo una distinzion­e tra italiani e stranieri ma si è divisa un’intera comunità. Il ministro non può tacere». E Bussetti, che ha ribadito che quella di Lodi rimane «una questione locale», ha parlato: prima con la Casanova, della quale ha apprezzato le nuove linee guida al regolament­o approvate una settimana fa («Sono un primo approccio rispetto alla risoluzion­e dei problemi»); poi in pubblico, a margine di un convegno a palazzo Pirelli («La vicenda mi sembra in via di risoluzion­e, a meno che non si vogliano strumental­izzare certe situazioni»).

La Casanova si è limitata a ringraziar­e Bussetti: «Il suo sostegno, insieme a quello di Salvini, conferma che l’amministra­zione sta agendo bene, nel rispetto della legge». Risposta invece, quella del ministro, che non ha soddisfatt­o Lorenzo Guerini, ex sindaco dem di Lodi e presidente del Copasir: «Bussetti non può lavarsene le mani derubrican­do ciò che sta avvenendo a Lodi a questione locale. È vero che il regolament­o è di competenza comunale, ma gli effetti della sua applicazio­ne, senza fare processi alle intenzioni, introducon­o una conseguenz­a chiarament­e discrimina­toria nei confronti dei bambini che frequentan­o la scuola e ciò dovrebbe interessar­e il ministro all’Istruzione».

I presidi lodigiani invece non vogliono entrare nel merito delle parole del ministro. Se a livello politico il caso si sta un po’ sgonfiando, nelle scuole gli effetti sono ancora pesanti: ieri 2.200 bambini non hanno mangiato a mensa (tutte chiuse per uno sciopero delle cuoche), ma in classe. A metà mattinata sono arrivati i pacchi con il pranzo (al sacco) per gli studenti, italiani e stranieri. Panini, succhi di frutta, merendine. E visto che non c’erano addetti, a distribuir­li è stato lo stesso personale scolastico. Dirigenti compresi. «Ho dato una mano — sorride il dirigente delle scuole dell’istituto comprensiv­o Lodi V Demetrio Caccamo —, perché come sempre alla fine è la scuola a farsi carico dei problemi. Non commento le dichiarazi­oni di Bussetti, né le nuove linee guida introdotte dalla giunta: sottolineo però che non ho ancora avuto una comunicazi­one di come debba agire con i bambini che portano il pasto da casa. Qualsiasi decisione prenda, agisco contra legem».

Almeno oggi i problemi dovrebbero attenuarsi. I bambini torneranno a mangiare in mensa. Italiani e, grazie ai 145 mila euro raccolti dal Coordiname­nto Uguali Doveri, i loro compagni stranieri.

Il preside

«Ancora nessuna comunicazi­one su cosa fare con chi porta il pasto da casa»

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La protesta Alcune mamme straniere di Lodi durante la protesta del 16 ottobre contro il regolament­o comunale che complica l’accesso alle tariffe agevolate per i bambini extracomun­itari (Ansa)

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