Bolletta telefonica da 53 mila euro Prevosto truffato
Apresentare denuncia ai carabinieri è stato il prevosto di Lecco, don Davide Milani, dopo aver scoperto che hacker informatici erano riusciti a clonare il numero di fax della segreteria della parrocchia di San Nicolò utilizzandolo per inviare un corposo pacchetto di traffico dati a un’utenza tunisina. Centinaia di pagine, ma anche telefonate e messaggi per una bolletta da capogiro: 53 mila euro. Tutto in un paio di giorni, tra il 5 e il 7 ottobre. La principale parrocchia lecchese, dove ha sede la basilica e la casa del prevosto, vittima di truffatori senza scrupoli, specializzati nel «rubare» e deviare le linee di centralini non protetti. In azione dei professionisti che avrebbero usato lo stesso trucco anche con alcune aziende. «Non so come ci siano riusciti. Se abbiano clonato il fax o più semplicemente deviato la linea Adsl — spiega il nuovo prevosto, appena giunto nella città manzoniana dove ha raccolto il testimone da don Franco Cecchin —. Quel che è certo è che hanno utilizzato la nostra utenza per il traffico dati con l’estero. Difficilmente ce ne saremmo accorti, se non ci avesse contattato direttamente il gestore telefonico. Ci hanno avvisato che il consumo era anomalo rispetto a quello consueto. Del resto che la segreteria pastorale potesse aver speso migliaia di euro in pochi giorni deve essere apparso curioso alla stessa compagnia telefonica, che evidentemente non è nuova a questo tipo di truffe, tanto da averci suggerito le mosse da intraprendere. La prima, presentare denuncia per frode informatica contro ignoti. Cosa che ho fatto. In ogni caso non ci saranno danni per la parrocchia. Mi hanno assicurato che non dovremo pagare nulla. Intanto stiamo prendendo provvedimenti perché non accada più».