Spaccio e abusi su minorenni: condannato
Da due anni respinge le accuse: «Solo falsità. Quei ragazzini ce l’avevano con me perché dissi loro di stare lontano da mia figlia, erano una cattiva compagnia. E me l’hanno fatta pagare». Avevano tra i 14 e i 15 anni. Lui, che oggi ne ha 48, è il padre di un’amica. E per i giudici è colpevole: il tribunale (presidente del collegio Maria Chiara Minazzato) ha condannato S.M. a 7 anni e 4 mesi — il pm ne aveva chiesti 6,8 — per due episodi di abuso su minore e quattro di spaccio di droga (di lieve entità). Assolto, invece, da due violenze sessuali sempre su minore e dai maltrattamenti verso la figlia. Prosciolto per mancanza di querela dalla contestazione di aver usato violenza anche su un ragazzo maggiorenne. Era il 26 aprile 2016 quando tre ragazzini si presentarono dai carabinieri di Trenzano: «Eravamo al parco di Lograto, ci ha schiaffeggiato». L’imputato l’avrebbe fatto dopo aver sentito alcune voci in paese, «secondo le quali avrebbe abusato di noi a casa sua». Eppure lui era stato chiaro: «Se parlate vi mando all’ospedale». Scattarono denuncia, arresto e domiciliari. Il copione sarebbe stato sempre uguale: prima faceva bere loro alcolici con uno spinello, poi iniziavano gli abusi, tra novembre 2015 e marzo 2016. «Prendiamo atto delle assoluzioni. Quanto agli altri due minori e agli episodi di cessione di droga, riteniamo di aver fornito ogni prova sull’estraneità del mio assistito», commenta il suo avvocato Gianbattista Scalvi. Anche perché, «in teoria questi fatti sarebbero stati commessi sotto l’effetto di droga, ma abbiamo dimostrato lui non ne facesse uso». Non solo. «Crediamo che molto sia dipeso anche dalle modalità di acquisizione delle dichiarazioni testimoniali in caserma, che evocano altri tempi». Non rimane che «aspettare le motivazioni, visto che sono emersi racconti di altre persone che frequentavano la casa, e che smentiscono le accuse». Rinviata al tribunale dei minori la posizione del coimputato di spaccio.