Storia di due amiche inseparabili
In scena al Parenti lo spettacolo di parole e video tratto dal romanzo di Elena Ferrante
Tre atti per tre ore e mezza di spettacolo in cui i nodi principali del romanzo «L’Amica geniale» di Elena Ferrante diventano narrazione, ma anche gesto, musica e video d’epoca. «Lila ed Elena, due donne che lottano in un mondo maschile, sono protagoniste della nostra maratona”letteraria” trasferita sul palco», anticipano Luigi De Angelis e Chiara Lagani (compagnia Fanny & Alexander) nel presentare «Storia di un’ amicizia» (fino al 28 ottobre Teatro Franco Parenti, via Pierlombardo 14, oe 20, 1823.50 euro). «Al centro della vicenda c’è l’amicizia simbiotica e la sua tossicità, più o meno salvifica», afferma De Angelis, «sullo sfondo Napoli e l’Italia dal dopoguerra ad oggi». Sul palco come nel romanzo, tutto inizia dalla fine, con la sparizione di Lila (Fiorenza Menni) e la sua amica Elena (Chiara Lagani) che la cerca scrivendo la storia del loro rapporto, dall’infanzia al matrimonio e infine la maternità di entrambe. «Il primo atto è il più nero, una sorta di radiodramma da incubo in cui le due bimbe un giorno perdono le loro bambole, sono convinte che le abbia rubate Don Achille, l’orco-boss del quartiere, e qui nasce la loro amicizia: Lila ed Elena si prendono per mano e insieme affrontano il mostro».
Pagine emozionanti dove la scrittura della Ferrante vive nel corpo delle attrici con la suggestione dei suoni registrati nei luoghi dove si svolge il romanzo, «compreso il Rione Luzzatti e il mitologico tunnel che le bambine dovevano attraversare ogni volta che volevano andare in città». Nel secondo e terzo atto il fondale diventa schermo proiettivo della loro memoria e del nostro Paese. «È l’Italia del ‘68 e del femminismo, gli anni cui le protagoniste si sposano, si allontanano e diventano madri». Una riduzione per la scena molto fedele, in cui Chiara Lagani propone anche una riscrittura dei due capitoli sulle bambole, veri «avatar» delle protagoniste. E infine la scintilla che ha fatto nascere il lavoro: «Fiorenza e Chiara hanno due storie parallele, non potevano resistere: sono due amiche geniali».