Corriere della Sera (Brescia)

Non solo sport: imprese per eroi «speciali»

Miglietti verso l’impresa nel Sahara

- Golia

Ci sono i ragazzi affetti dalla Sindrome di Down, i non vedenti e quelli che arrivano dalla comunità di San Patrignano: il 3 novembre, a New York, correranno la maratona con la maglia del «Rosa team». E poi c’è lui, Stefano Miglietti, che torna a correre sfidando il deserto per centinaia di chilometri in solitaria.

L’ultima medaglia «top» l’ha portata a casa domenica da Amsterdam grazie a Lawrence Cherono, uno dei suoi keniani volanti. Ma Gabriele Rosa, allenatore dei runner tra i più veloci al mondo, sembra aver trovato una nuova dimensione con i suoi progetti di «sport sociale».

«Attraverso la Libera Accademia del Cammino Utile vogliamo far capire che tutti possono sperimenta­rsi — spiega tra le biciclette esposte al Caffè Bianchi a Milano — correndo per star bene o mettendosi alla prova in imprese estreme». E così nel primo fine settimana di novembre ci sarà un ideale fil rouge che si srotolerà dal deserto del Marocco fino a New York.

Il prossimo 3 novembre partirà la nuova avventura di Stefano Miglietti: 550 chilometri negli erg sahariani del Taragalte. «Attraverse­rò sei deserti, quattro sabbiosi e due di sabbia e roccia». Le temperatur­e elevate e il vento rendono la zona tra le più inospitali del pianeta. Ma le sfide, dal 2003, sono il pane del runner 51enne di Monticelli Brusati che non si «inventava» un’impresa da 6 anni. «Ma ho continuato a correre, pur senza compiere traversate estreme».

Lo avevamo lasciato dopo le 10 maratone non stop nel Sahara egiziano — 442 chilometri in 52 ore e 30 minuti — e dopo i 250 chilometri coperti in 38 ore nella depression­e di Qattara, senza acqua e cibo. Percorsi mai battuti da anima viva, studiati a tavolino da Miglietti che a curriculum ha anche imprese sui ghiacci dell’Alaska e del Canada (dove nel 2005 e nel 2007 ha vinto la Yukon Artic Ultra). «Anche questa nuova corsa si snoda su un percorso che mai nessuno ha affrontato, ma mi piace spostare sempre più in alto l’asticella. Amo il ghiaccio, ma il deserto,forse, ha anche qualcosa di mistico». Partirà in solitaria dal villaggio di M’Hamid el Ghizlane e per sei giorni intorno avrà solo deserto. Un anno di preparazio­ne, dopo che il richiamo delle lunghe distanze era tornato a farsi insistente. «Devo anche fare i conti con gli anni — dice scherzando — ma spero di portare a casa anche questa». Una prova di forza interiore per la quale Miglietti troverà spazio anche per la solidariet­à: corre per Esa e Valtrompia­cuore.

Mentre racconta le sue imprese, i compagni del Rosa team lo ascoltano affascinat­i, pronti alla loro prova di forza, meno estrema, ma altrettant­o intesta. Il 4 novembre al via della maratona di New York si schiererà, insieme ai loro accompagna­tori (e con il sostegno degli sponsor che li hanno «adottati»), il gruppo dei ragazzi portatori della Sindrome di Down (Diego Zannier e Alessandro Amato di Brescia, Maria Bresciani di Cremona, Lorenzo Zulberti e Andrea Degli Esposti di Trento e Niccolò Vallese di Asti) per «Road to New York», quello dei non vedenti (i bresciani Gigi Bertanza e Marco Zingarelli) per «Grana Padano Dream Run» e quello degli atleti della comunità di San Patrigano «Oltre il traguardo».

«Loro si sono impegnati nei test come i grandi atleti. Noi abbiamo voluto far vivere loro un’esperienza che resterà nel patrimonio di vita. Non portiamo atleti top e questi ragazzi saranno i nostri testimonia­l», spiega orgoglioso Rosa, con il plauso di Claudio Arrigoni, presidente del comitato paralimpic­o lombardo. Traguardo farà rima con vittoria. «Correremo in posti lontani, ma sarò con voi con il cuore». Miglietti saluta e inizia a srotolare il fil rouge di avventure, di storie di grande autonomia conquistat­a, di ritorni alla vita e anche di vita vissuta nonostante le difficoltà.

Sempre grazie alla corsa.

La maratona

Per il team di Rosa nella Grande Mela ragazzi disabili e di San Patrignano

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Insieme Il « Rosa team» che andrà a New York e Stefano Miglietti pronto all’impresa nel deserto

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