Influenza, i vaccini da lunedì La vera sfida resta la copertura
Lo scorso anno era meno del 50%. Il picco atteso tra gennaio e febbraio
Il numero dei vaccinati over 65 l’anno scorso ha raggiunto il 48,6%, in linea con quello regionale ma più basso dell’obiettivo che l’Ats di Brescia si era posto: quota 56%. Per raggiungerlo, è giocoforza coinvolgere quanti più medici di famiglia possibile. Anche se forse non basta. Ad oggi, comunque, sono 515 i camici bianchi che hanno dato la disponibilità a iniettare il vaccino antinfluenzale nei loro ambulatori, oltre a cinque pediatri. Si tratta di circa venti medici di famiglia in più del 2017. In questi anni, la disaffezione al vaccino stagionale ha allontanato sempre più persone da questa profilassi. Un trend in calo che però non riguarda solo Brescia e la Lombardia, ma tutta Italia. Ogni anno, nel Paese, i virus dell’influenza colpiscono tra il 4 e il 12% della popolazione. Il che significa fino a 6-7 milioni di persone contagiate.
E centinaia di migliaia d’ore di lavoro perse. Ecco perché tutti gli anni l’Ats di Brescia lancia la campagna vaccinale verso la fine di ottobre: stavolta si inizia lunedì 29. Maggiori saranno le vaccinazioni, meno possibilità il virus avrà di diffondersi nella popolazione. Anziani e bambini sono gli osservati speciali, oltre ai cosiddetti “soggetti a rischio”: dai sanitari alle forze dell’ordine, dai maestri dell’asilo agli immunodepressi.
Di norma, l’influenza arriva comunque verso dicembre, per raggiungere poi il picco tra la fine di gennaio e la metà di febbraio. Febbre, tosse, mal di gola e dolori muscoloscheletrici sono i sintomatici classici dell’epidemia, che spesso si risolvono. «I casi complicati e severi di influenza possono essere causati direttamente dai virus influenzali ma più spesso da sovra-infezioni batteriche o virali che si instaurano dopo che il virus influenzale ha procurato danni a livello delle basse vie respiratorie. Questi casi sono eccezionali – spiegano da Ats – e si riscontrano con maggiore frequenza nelle persone con più di 65 anni di età in presenza di condizioni di rischio quali diabete, malattie respiratorie croniche e tutte le condizioni di immunodepressione».
La novità di quest’anno è che il vaccino anti-influenzale contiene la soluzione per quattro diversi ceppi del virus stagionale. E dovrebbe quindi essere più efficace rispetto all’antidoto dell’inverno 2017/18, il quale non conteneva uno dei ceppi che si sono poi diffusi negli ultimi mesi. L’anno scorso l’antinfluenzale
Le caratteristiche
La dose somministrata quest’anno contiene la soluzione per quattro diversi ceppi di virus
fu somministrato a 129 mila persone nell’Ats di Brescia, di cui 117.879 tra la popolazione anziana. Quest’anno si spera di alzare l’asticella. Non è una questione di obiettivi aziendali, ma di salute pubblica. Dato che l’influenza, soprattutto nei soggetti anziani e deboli, può portare con sé anche problemi più acuti, come la polmonite. E se il vaccino potrà esser richiesto al medico di famiglia, non va dimenticato che sono 197 le sedi vaccinali territoriali distribuite nelle tre Asst (Garda, Franciacorta, Spedali Civili).