CULTURA PATRIMONIO A SEI ZERI
Achiusura dell’Anno europeo del patrimonio culturale, l’Ateneo di scienze, lettere e arti di Brescia ha lodevolmente convocato un tavolo attorno a cui s’è parlato della Città come patrimonio. Interessante che l’Europa insista sul «patrimonio» e non sugli «eventi» culturali. Le voci di Francesca Morandini (responsabile del settore archeologia del Comune), Michela Tiboni (assessore all’Urbanistica), Francesca Bazoli (presidente di Fondazione Brescia Musei) e Laura Castelletti (vicesindaco e assessore alla Cultura) hanno tracciato le linee di sviluppo dei rispettivi ambiti. Dotare la città di un museomonumento come Santa Giulia sempre più ammirato (Morandini), rigenerare una porzione della città ex industriale come via Milano con parchi, un nuovo teatro e il Musil (Tiboni), addensare sul castello funzioni ricreative e culturali (Bazoli) sono scelte che offrono nuove frecce all’arco della candidatura di Brescia a capitale italiana della cultura del 2022 (Castelletti). A corollario, tre osservazioni. Primo. Dotare Brescia di nuove infrastrutture è un modo per patrimonializzare (persino ai fini di bilancio) la comunità. Oggi i conti della Loggia indicano immobilizzazioni materiali (infrastrutture, immobili, ecc.) per 544 milioni e 617 milioni di partecipazioni finanziarie per un totale di 1 miliardo e 166 milioni. Aggiungere musei, teatri — e magari la grande biblioteca a scaffale aperto e il nuovo museo di Scienze di cui s’è parlato anche in Ateneo — sarebbe un modo sapiente di patrimonializzare il Comune.
Sarebbe altresì interessante un calcolo dei valori dei beni artistici: la somma finale non offrirebbe alimento alla vanagloria municipale ma alla gratitudine verso gli antenati e al senso di responsabilità dei contemporanei. Secondo: il progetto «capitale della cultura» non può essere una somma di medaglie per quel che s’è fatto. Occorre un’idea portante, un «concept» che renda unica Brescia a livello nazionale. L’idea della «cultura del lavoro» è suggestiva e convincente: va irrobustita da tutti, non solo dagli attori classici della scena culturale. Terzo: rafforzare il patrimonio culturale della città innesca processi «larghi». A febbraio il castello ospiterà la terza edizione di Cidneon e la città ospiterà il convegno annuale del Fai. Arriveranno 600 rappresentanti del Fondo per l’ambiente italiano che probabilmente diventeranno a loro volta ambasciatori delle bellezze bresciane. Un volano dagli effetti moltiplicatori vasti, persino imperscrutabili.