Corriere della Sera (Brescia)

Un patto da 750 mila euro

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Aveva 73 anni e morì in Nefrologia per uno shock emorragico, dovuto all’apertura del tappo del catetere venoso nella giugulare. Non riuscendo a stabilire di chi fosse la colpa il Civile ha raggiunto un accordo con la famiglia, da 750 mila euro.

Ben 750 mila euro. A tanto ammonta l’indennizzo riconosciu­to dall’ospedale Civile agli eredi di un 73enne morto alcuni anni fa in Nefrologia. Affetto da diverse e gravi patologie, è deceduto per uno «shock emorragico», che ha comportato una consistent­e perdita di sangue. Il paziente aveva un catetere venoso centrale (Cvc) all’altezza della giugulare: il problema è che in piena notte il tappo di questo dispositiv­o si è aperto. Con gravi conseguenz­e cliniche. Ma qual è stata la causa? Un difetto di produzione? L’errore del medico o dell’infermiere? Oppure, come ipotizzato nella perizia, «ripetute ancorché piccole vibrazioni date al tappo dagli stessi movimenti del paziente»? Non potendo stabilire con certezza cosa sia successo e di chi sia la colpa, il Civile ha raggiunto un accordo stragiudiz­iale con la famiglia, riconoscen­do nel 2013 un indennizzo di 750 mila euro. Nel 2015, a livello penale, il gup del tribunale ha riconosciu­to l’infondatez­za delle accuse mosse nei confronti di due dottoresse del reparto, le stesse che in una recente sentenza della Corte dei conti (104/2018) sono state assolte anche da ogni addebito a livello economico. (m.tr.)

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