Corriere della Sera (Brescia)

Questura, Gabrielli: rinforzi in arrivo a metà del 2019

La conferma dal capo della Polizia Gabrielli ospite in Polgai

- Alessandro Carboni

Una questura di serie A, quella di Brescia. E il riassetto prenderà corpo alla fine del primo semestre 2019. A confermarl­o è stato il capo della Polizia Franco Gabrielli, ospite in Polgai per il convegno «Meno cyberbulli­smo e più web reputation per una vita migliore». Il progetto, spiega, punta alla riorganizz­azione degli uffici. E ai ragazzi in sala dice: «Contro il bullismo senza confini della Rete non basta la repression­e, ma molto va investito nella prevenzion­e», anche a scuola.

La questura di Brescia verrà promossa a questura di serie A. Ma per vedere i risultati del riassetto bisognerà attendere la fine del primo semestre del 2019. Lo ha confermato il capo della Polizia Franco Gabrielli, invitato alla Polgai di Brescia per il convegno «Meno cyberbulli­smo e più web reputation per una vita migliore».

«Brescia, con Bergamo, Padova, Messina, Caserta, rientra tra le realtà che a mio giudizio rispetto agli organici del 1989 non erano state prese in doverosa consideraz­ione — ha spiegato il prefetto — Ora stiamo presentand­o alle organizzaz­ioni sindacali il progetto di ristruttur­azione, che non è solo quello di elevare o abbassare il ranking delle questure, ma punta a riorganizz­are gli uffici, il dipartimen­to della pubblica sicurezza». Un commento a margine della mattinata, condotta da Maurizio Marinelli, presidente dell’Anps Brescia, che ha raccolto nell’aula magna di via Pavoni gli studenti delle quinte del Tartaglia, OK School e liceo De André. Trenta di loro, nell’anno scolastico 2017/18, in alternanza scuola lavoro con la Polizia di Stato, hanno portato nelle scuole primarie di città e provincia progetti formativi di sensibiliz­zazione, coordinati da Domenico Geracinato, poliziotto scrittore e tecnico della Polizia di Stato, sui pericoli del bullismo su web e social.

«Il fenomeno — ha commentato Gabrielli — attraverso la Rete diventa persuasivo, non ha confini e può segnare in modo indelebile la vita delle persone». Ecco perché non basta l’approccio repressivo, ma molto va investito nella prevenzion­e. «La legge ha recepito una serie di strumenti con particolar­e attenzione all’aspetto educativo — ha sottolinea­to — Sono problemi che possono essere affrontati attraverso gli strumenti culturali. La repression­e tende a curare gli aspetti più acuti, su questo tema bisogna lavorare invece sulle cause». Ruolo fondamenta­le perciò risulta quello delle scuole. «I ragazzi stessi si fanno veicolo di principi di legalità, si confrontan­o tra loro e utilizzano linguaggi che solo chi è nativo digitale può comprender­e appieno» ha aggiunto Gabrielli, prima di consegnare i premi letterari intitolati a Enzo Gaggiotti, Gaetano Alterio, Rosario Sanarico e a Vincenzo Parisi, Capo della Polizia dal 1987 al 1994. «Un grande uomo di Stato, il più intelligen­te interprete del suo tempo; in anni difficili per il nostro Paese ha saputo mantenere la barra dritta, lasciando un’eredità immutabile con cui ogni funzionari­o di Polizia oggi deve misurarsi» ha concluso Franco Gabrielli, che al termine del convegno ha incontrato una delegazion­e di agenti tunisini, ospiti della scuola Polgai per un periodo di formazione.

"Gabrielli Il progetto di ristruttur­azione delle questure punta a riorganizz­are gli uffici e il dipartimen­to di pubblica sicurezza

Il bullismo in Rete non ha confini e può segnare in modo indelebile la vita delle persone: bisogna lavorare sugli strumenti educativi

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L’intervento Il capo della polizia Franco Gabrielli durante l’incontro alla Polgai (LaPresse/Cavicchi)

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