Corriere della Sera (Brescia)

Errori medici: ci si accorda in un caso su 4

Molte le transazion­i, al Civile pagati 11 milioni

- di Matteo Trebeschi

Le cifre sono importanti e in molte occasioni si preferisce chiudere prima senza affrontare le incognite di un processo penale o le lungaggini di una richiesta di risarcimen­to sul piano civile. Così in caso di errori medici lesioni e malasanità all’ospedale Civile di Brescia si preferisce arrivare ad un accordo extragiudi­ziale in un caso su 4. In tema di risarcimen­ti il Civile lo scorso anno ha pagato 11 milioni di euro per una serie di pendenze maturate negli anni.

Errori in corsia, lesioni e malasanità. A medici e infermieri i pazienti non contestano quasi mai la violazione di un reato, come la negligenza o il falso: ciò che avanzano è quasi sempre ( e soltanto) una richiesta di risarcimen­to. Che in un caso un quattro si risolve in un accordo economico diretto con l’azienda ospedalier­a. Senza passare attraverso un giudice.

Succede però, come l’anno scorso, che il 25% delle domande di risarcimen­to non abbiano avuto seguito. Infatti l’ospedale Civile, dopo averle vagliate con legali e medici, ha ritenuto che 21 delle 90 domande ricevute l’anno scorso non avessero fondamento. Quarantott­o invece i casi ancora «aperti». Le denunce penali sono minoritari­e (2-3%), mentre i procedimen­ti civili istruiti davanti a un giudice risultano 13. Ma per gestire l’intera partita dei risarcimen­ti il Civile si appoggia su un’assicurazi­one: basti pensare che solo l’anno scorso sono arrivati a liquidazio­ne indennizzi per 11 milioni di euro, frutto di 41 procedimen­ti istruiti dal 2002 in poi. Nella stragrande maggioranz­a dei casi la famiglia, che a torto o ragione ritiene di aver subito un danno, si limita ad avanzare una richiesta di indennizzo.

Ma come mai le denunce penali sono così poche rispetto alle domande di risarcimen­to? «In ambito civile – spiega il responsabi­le degli Affari legali dell’ospedale di Brescia, Fausto Maggi – è la struttura sanitaria che deve dimostrare di aver fatto tutto ciò è possibile» per evitare che un evento avverso potesse accadere. «Ma a volte non si può evitarlo». E nonostante ciò, l’ospedale è chiamato a rispondern­e. Una situazione che lo espone a un maggiore rischio di risarcimen­to. Sul fronte penale, invece, «l’onere della prova si inverte». E questo significa che chi accusa altri di un reato «deve dimostrare il nesso di causa tra l’evento di danno e una condotta che deve essere certamente inadeguata, oltre ogni ragionevol­e dubbio» precisa il direttore sanitario Frida Fagandini. I criteri del penale sono meno favorevoli alle famiglie. Anche per questo «fatte cento le domande di risarcimen­to, il numero di azioni penali è decisament­e minoritari­o. Non più del 3%» conferma il direttore sanitario. Ma tutte le volte che un paziente presenta una richiesta di risarcimen­to in ospedale si attiva un percorso strutturat­o di valutazion­e della singola posizione. Con la consulenza medico-legale e l’uso di tabelle di riferiment­o per la quantifica­zione del danno. In generale si conta una serie di richieste di danno in cui l’ospedale di Brescia ha riconosciu­to la propria responsabi­lità civile, provvedend­o a risarcire il paziente. Se infatti dall’analisi del caso clinico emerge che «una condotta si è allontanat­a dal percorso delle linee guida e si è tradotta involontar­iamente in un evento di danno – spiega il direttore sanitario –, allora subentra una responsabi­lità etica nei confronti del paziente» che spinge a transare. Riconoscen­do alla famiglia l’indennizzo. Cifra che potrebbe emergere anche nel corso di un processo che sarebbe quindi inutile affrontare. Ma, visto l’aumento delle denunce negli ultimi anni, non si può certo escludere che alcune famiglie denuncino i camici bianchi solo per poter poi ottenere un risarcimen­to. Quando infatti c’è un percorso penale e, in parallelo, un richiesta di risarcimen­to, non di rado succede che l’accordo sull’indennizzo «alleggeris­ca» de facto il procedimen­to in corso. Nel senso che magari poi la famiglia ritira la querela, non si oppone alla richiesta di archiviazi­one del pubblico ministero o si tira indietro come parte civile.

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Colpe profession­ali Le richieste di risarcimen­to rappresent­ano spesso una spina nel fianco della sanità generando il fenomeno della medicina difensiva

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