Consigli di quartiere, la Lega: regolamento da rifare
Duri nel giudizio ma disposti a collaborare per migliorare l’esperienza dei consigli di quartiere. Sono i consiglieri comunali della Lega, ieri rappresentati nella sala dei gruppi consiliari dal capogruppo Massimo Tacconi e dal giovane Davide Giori Cappelluti. I quali, a candidature chiuse in vista delle elezioni del 2 dicembre, non parlano di flop ma sicuramente di strumento che debba essere fortemente rivisto. «Lo dicono i numeri osservano -: 18 presidenti su 33 non si sono ripresentati, i candidati sono 400 contro i 537 dell’altra volta». Giori ricerca le cause di questa disaffezione in «sforzi non proporzionati ai risultati, risposte tardive alle istanze, eccesso di frammentazione della città suddivisa in 33 quartieri». Di qui la richiesta di una revisione del regolamento: «Bisogna metterci mano subito, diamoci un anno di tempo - incalza Tacconi -. Noi siamo disponibili, e lo stiamo dimostrando con la nostra elasticità nella commissione di verifica». Per il resto la Lega resta ferma su obiettivi massimi e minimi. Il meglio sarebbe quello di rivedere la legge che ha portato all’abolizione delle circoscrizioni nei Comuni di piccole e medie dimensioni: «Stiamo lavorando anche in quella direzione - ricorda Tacconi -, con i nostri parlamentari Bordonali, Borghesi e Formentini». Poi c’è la realtà che ha abolito le circoscrizioni a livello nazionale e che a Brescia ha fatto nascere l’esperienza partecipativa dei consigli di quartiere. Anche su questo aspetto la Lega insiste sulla necessità di revisione del regolamento. Non solo sugli aspetti legati ad accorpamento dei quartieri o firme da raccogliere, ma sulla sostanza di un paio di provvedimenti. Il primo riguarda la creazione di un fondo comunale, soldi veri, dedicato a risolvere le istanze che arrivano dai quartieri. Già bocciato l’emendamento nelle discussioni annose del passato, oggi c’è una raccomandazione accolta in tal senso che dovrà essere discussa. Un modo, la creazione del fondo, che di fatto potrebbe aggirare la norma nazionale che impedisce ad enti partecipativi di avere fondi a disposizione. La seconda è quella di introdurre la possibilità di avere liste contrapposte: «Potrebbero tornare a essere una palestra politica». A differenza del passato, la Lega annuncia un maggior presidio dei consigli di quartiere: «Con i nostri 32 candidati nei consigli - spiegano -, e partecipando come consiglieri comunali alle sedute dei consigli di quartiere». Che non farà palestra, ma sicuramente contribuirà ad alimentare la dialettica. (t.b.)