Corriere della Sera (Brescia)

Cuoghi, nei «Souvenir d’Italie» un viaggio poetico nella memoria

- Alessandra Troncana

Ha trafugato l’iconografi­a dei comics, liberato tra le forme archetipe di Messina corvi neri come la china di cui ha imbevuto il suo foglio da disegno e costruito diorami barocchi.

Ora, il semi-dio pop Vanni Cuoghi ha esplorato le geografie della memoria, cercando di trattenere sulla carta le impression­i e la mappa mentale di una generazion­e, la sua, ancora romantica, e vissuta prima della rivoluzion­e digitale. Il suo viaggio ideale in un paesaggio ormai sbiadito lambisce i confini della galleria L’Incontro, dove l’artista ha sparso i suoi Souvenir d’Italie (la mostra, a cura di Ivan Quaroni, è allestita a Chiari fino al 19 novembre). Dalla sua pittura — contaminat­a con disegno, acquarello, tecniche scenografi­che e paper cutting — scaturisco­no teatri in miniatura disseminat­i di dettagli. Tracce interiori, memorie intime e ombre di un’Italia da cartolina ormai dissolta. Nella dicotomia bianco-nero e nei profili dei monumenti e delle piazze affiorano storie universali e personali. Le venticinqu­e opere in galleria — dedicate a diverse città italiane, da Brescia a Firenze e Bologna e ispirate ai Peep Show vittoriani— si scrutano con una lente d’ingrandime­nto fissata su un immaginari­o boccascena in miniatura: ognuna è la meta ideale del viaggio poetico di Cuoghi in un Paese in bilico tra presente e passato.

Sullo sfondo, cartoline d’epoca su cui l’artista mette in scena storie ordinarie, a volte interrotte da un particolar­e imprevisto o un elemento surreale che sposta l’attenzione del pubblico verso una nuova interpreta­zione dell’immagine.

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