Corriere della Sera (Brescia)

Carboni, viaggio sul satellite dell’electro-pop

Carboni atterra con «Sputnik» stasera al Teatro Morato

- di Andrea Croxatto

L’eredità è già in tasca, quella della scuola bolognese, che ha ispirato maestri come Gianni Morandi e Lucio Dalla. Anche perché Luca Carboni vanta oltre 30 anni di luminosa carriera e può permetters­i di scrivere altre pagine di musica senza dover dimostrare nulla a nessuno. Anzi, la recente virata artistica verso un pop cantautora­le che lo ha un poco distaccato dallo stile classico vecchia maniera, ha raccolto un successo vero. Tutti vogliono bene a Luca, eterno sognatore malinconic­o, che abbraccia almeno due generazion­i di fans, presenti anche in questo nuovo Sputnik Tour, che farà tappa stasera alle 21.30 al Gran Teatro Morato (biglietti da 23 a 40 euro). L’album Sputnik rappresent­a l’evoluzione di un lavoro cominciato con il precedente Pop-Up. Per i suoni l’artista bolognese ha voluto una situazione molto elettronic­a simile all’ultimo cd, accompagna­to da momenti più acustici o più elettrici, confrontan­dosi in fase di scrittura con artisti emergenti, come Calcutta. Chiediamo a Carboni come procede il tour nei teatri e club italiani. «In un primo momento Brescia e Parma dovevano essere le ultime tappe, poi, visto l’entusiasmo del pubblico che ha riempito i teatri, ci siamo rimboccati le maniche per aggiungere altre località».

Come sono strutturat­i i concerti?

«Con il team abbiamo lavorato a una grande produzione anche per quanto riguarda l’aspetto visivo, partendo proprio dalla copertina Sputnik. A livello di immagini ci sarà un vero e proprio racconto che parte dagli anni ‘50 per arrivare ad oggi, attraverso momenti importanti della mia storia personale e degli eventi della società. Nella scaletta non mancherann­o momenti acustici che permettera­nno di presentare dal vivo il nuovo lavoro e di spaziare dai singoli del passato a quelli di oggi, comprese le hit dagli ultimi dischi come Pop-Up».

Titolo originale, impreziosi­to da disegni creati da lei.

«Sputnik è il satellite che i sovietici mandarono in orbita nel 1957 battendo sul tempo gli americani, anche se vedo stretti collegamen­ti con i giorni nostri. Amo dipingere e creare immagini, così con i grafici abbiamo eseguito un lavoro un poco naif».

Lei è riuscito a conservare uno stile sempre molto coerente e apprezzato dagli ex adolescent­i che ascoltavan­o Farfallina e che ora da adulti stempiati alzano il volume con Luca è lo stesso è una regola. Rappresent­a uno stile fedele che tuttavia segue sfumature di contempora­neità. Condivide?

«Aggiungo che ogni momento storico, fin dagli esordi, è condiziona­to da umori, ispirazion­i, contesti del momento. Però quando scrivo c’è sempre il bambino dentro di me che non mi lascia mai solo, che mi permette di aggiungere profondità e dolcezza anche nei pezzi di ultima estrazione. Ogni canzone è come una partita di calcio, va preparata in modo differente: ha una sua storia personale».

Raccoglie quanto seminato (e continua a seminare) da circa 35 anni.

«Erano tempi diversi quelli delle musicasset­te e dei cd, anche se alla fine i valori veri non cambiano. Magari parliamo di contesti storici differenti, di tecnologie e di modi che usiamo nel produrre e ascoltare musica. Eppure non potrei chiedere di meglio a una vita che continua a regalarmi sorprese meraviglio­se».

Introspett­ivo Quando scrivo c’è sempre il bimbo dentro di me che non mi lascia mai solo e mi permette di aggiungere profondità ai pezzi più recenti

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 ??  ?? Elettronic­o Stasera, alle 21.30, al Gran Teatro Morato, in città, (biglietti da 23 a 40 euro) Luca Carboni presenta «Sputnik», il suo ultimo album che segna la svolta in un pop elettronic­o
Elettronic­o Stasera, alle 21.30, al Gran Teatro Morato, in città, (biglietti da 23 a 40 euro) Luca Carboni presenta «Sputnik», il suo ultimo album che segna la svolta in un pop elettronic­o

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