Il Garda in sofferenza: dallo scolmatore anche metalli pesanti
L’apertura della galleria Mori-Torbole, quella che devia l’acqua dell’Adige nel lago ha evitato il peggio a Verona ma ha messo in crisi il Garda. Lo scolmatore è rimasto aperto 16 ore scaricando 18 milioni di metri cubi di acqua. Una scelta obbligata ma che ha portato anche molti detriti e metalli pensanti.
Quasi sicuramente nell’Alto Garda sono arrivati metalli pesanti. Non si vedono, a differenza di fango e legnami, ma la conferma della notizia arriva da più parti dopo l’apertura della galleria Mori-Torbole, quella che devia l’acqua dell’Adige nel lago. È rimasta aperta 16 ore quella condotta, scaricando 18 milioni di metri cubi di acqua nel Benaco. Una scelta obbligata e sofferta, fatta per salvare Verona. Il maltempo, lunedì scorso, aveva gonfiato l’Adige al punto che le sue acque avevano raggiunto il livello del ’66 al ponte di San Lorenzo (Trento). Il Garda ha quindi raccolto legnami e detriti, che si sono accatastati soprattutto tra Riva, Torbole e la parte settentrionale, diventata più marrone. Ma il Benaco «non è una palude» ha detto Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda. E se il fango andrà a depositarsi sul fondo, è presto per dire quale impatto c’è stato sulla qualità delle acque. A fare chiarezza penseranno gli esperti dell’Istituto San Michele all’Adige, chiamati a fare analisi sull’acqua. Per i risultati servono mesi. (m.tr.)