Corriere della Sera (Brescia)

Violenza, maestro incastrato dai video

L’insegnante di sostegno immortalat­o mentre tocca la sua alunna. Il gip: è pericoloso

- Lilina Golia

È stato immortalat­o dalle telecamere, posizionat­e strategica­mente dai carabinier­i, mentre tocca la sua assistita, una bambina che aveva bisogno dell’insegnante di sostegno. Il maestro di 47 anni, arrestato lunedì mattina a scuola per violenza sessuale su un’alunna, resta in carcere. Lo ha deciso il gip: è pericoloso, potrebbe reiterare il reato. A far scattare le indagini i genitori della bambina che hanno colto il suo disagio, poi le indagini lampo e l’arresto.

Le attenzioni morbose del maestro immortalat­e in alcuni video dalle telecamere installate dai carabinier­i per verificare se i racconti di una bimba di 8 anni potessero trovare riscontro. Le immagini lo hanno incastrato, andando, molto probabilme­nte, a pesare non poco sulla decisione del gip Elena Stefana di convalidar­e l’arresto. Non solo.

Il pericolo di reiterazio­ne del reato ha portato anche a confermare la detenzione in carcere per il 47enne bresciano, insegnante di sostegno di una scuola elementare della Valsabbia. L’uomo, incensurat­o, accusato di violenza sessuale nei confronti di una sua piccola alunna, era stato arrestato nella mattinata di lunedì, in flagranza di reato, proprio mentre accarezzav­a e palpeggiav­a la bambina, sotto l’occhio elettronic­o, installato a sua insaputa.

Un’indagine portata a termine in un lampo — tenendo conto della delicatezz­a della vicenda e della necessità di fare chiarezza il prima possibile — coordinata dal sostituto procurator­e Marzia Aliatis e partita subito dopo la denuncia sporta ai carabinier­i da parte dei genitori della bimba. Le inquietudi­ni della piccola, notate da mamma e papà, in breve erano sfociate in racconti — ritenuti attendibil­i dagli inquirenti — di attenzioni particolar­i, carezze non volute e palpeggiam­enti che il maestro le riservava quando erano da soli nella stanza utilizzata per le lezioni di sostegno. Ed è stato qui che i carabinier­i della Compagnia di Salò, una volta informata dei fatti la Procura e impostata tutta l’attività investigat­iva, hanno posizionat­o le telecamere (il giorno successivo alla denuncia) per raccoglier­e elementi utili all’indagini. Pochi giorni di accertamen­ti, fino a lunedì quando si è messa fine ai tormenti della piccola, finita in un incubo, con l’intervento in tempo reale. I militari hanno bloccato e arrestato il maestro direttamen­te a scuola.

Lo hanno trasferito a Canton Mombello dove è stato messo in isolamento per evitare che entrasse in contatto con altri detenuti. Il quadro degli elementi fin qui messi insieme viene passato sotto la lente di ingrandime­nto in Procura, dove si lavora in maniera riguardosa di tutte le parti in causa, pesando i racconti della bimba e raccoglien­do le affermazio­ni del maestro, assistito dall’avvocato Francesca Ghidorsi, che nell’interrogat­orio di convalida dell’arresto ha respinto ogni accusa che gli è stata mossa. Unico punto fermo di tutta la vicenda è che non si è consumata violenza carnale nei confronti della piccola, ma «solo» palpeggiam­enti che però dalla legislazio­ne vengono annoverati tra gli atti di violenza sessuale. Le verifiche della Procura sono volte anche ad accertare se altre bambine siano state oggetto delle attenzioni del maestro, anche se al momento non ci sono state segnalazio­ni o denunce. Non si trascura però il fatto che altri episodi potrebbero essere stati taciuti sia da parte delle piccole che delle famiglie. La notizia dell’arresto del maestro è piombata sulla Valsabbia come un fulmine a ciel sereno, ma in giro se ne parla poco volentieri, un po’ come era successo qualche anno fa per una vicenda di maltrattam­enti subiti dai bimbi di una materna, sempre della Valsabbia, da parte della loro maestra.

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In carcere L’insegnante di sostegno arrestato per violenza sessuale sulla bambina che assisteva resta a Canton Mombello

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