«Sono pronto per l’Europa La mia idea di futuro non si ferma alle difficoltà dello stare insieme»
In passato Beppe Grillo e Matteo Salvini hanno parlato di referendum sull’euro, «ma pensarci oggi sarebbe davvero antistorico» dice Pierluigi Mottinelli (Pd). L’ex presidente della Provincia, che a breve inizierà la corsa per le elezioni europee 2019, è convinto che gli italiani in ogni caso non rischierebbero perché «si ricordano bene a quanto erano i tassi di interessi dei mutui prima dell’introduzione della moneta unica».
E allora perché la possibilità del referendum non è stata completamente archiviata?
«Credo sia sintomatica di un’idea reazionaria rispetto al progetto Europa. Ma un conto è dirlo in campagna elettorale, altro è farlo. Oggi l’Italia non può fare a meno dell’Europa e la maggioranza di governo lo sa. Tanto è vero che tengono sottotono questa riflessione. C’è differenza tra dire le cose e poi organizzarle».
Di Europa si parlerà sempre più nei prossimi mesi, sia nella maggioranza che nei partiti di opposizione.
«Nei prossimi mesi si svelerà che il patto di governo è una bugia. Sono state inserite condizioni che sono sintomatiche di due opinioni diverse di Italia e Europa. Prima o poi questa differenza dovrà uscire allo scoperto. Con un risultato: l’impasse delle decisioni. Rimarremo fermi, quando invece il Paese ha bisogno di innovazione e di ricette diverse sull’economia».
Lei ora si candida con il Partito democratico. Cosa porterà a Bruxelles del lavoro fatto in questi anni al Broletto? Qui c’era da gestire una provincia con pochi soldi e tanti problemi.
«Porterò una forte rappresentanza dei territori. Credo che la sfida europea si giochi tra chi chiede “più Europa” e chi ne vuole “meno”. Io mi iscrivo sul fronte di chi vuole rivedere le regole comunitarie, ma per rafforzare l’idea di Europa, non per rafforzare gli Stati nazionali. Candidature come la mia, molto radicate sul territorio, danno un contributo per spiegare questa idea di futuro che non si ferma alle difficoltà dello stare insieme. Ho già raccolto adesioni nel bresciano e in Lombardia: spiegherò anche in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria come voglio interpretare i territori. Lo farò con un libro che andrà in stampa. E con un’associazione che si chiamerà “Comunicare Europa». Con la candidatura ha rinunciato alla corsa per la segreteria del Pd
«È un’ipotesi che avevo preso in considerazione. Quando mi è stato detto che la segreteria era in alternativa a un percorso
europeo, ho scelto di non perdere la fiducia di chi da mesi mi aveva sostenuto nella candidatura a Bruxelles».
Lei ora lascia il testimone ad Alghisi (Pd), che continuerà una gestione “non partitica” della Provincia.
«Il progetto politico della “Casa dei comuni” è ancora valido, confermato dal risultato del voto a favore di Alghisi. A volte i progetti sono legati ai singoli: quando invece proseguono, nonostante il cambio di persone, non fanno che confermare la bontà del progetto. Ora spero che il Parlamento metta mano alla legge e si torni all’elezione diretta, ma ritengo che il confronto con l’assemblea dei sindaci sia una novità della Delrio da mantenere». (m.tr.)