Corriere della Sera (Brescia)

Elena: «Ho vinto io»

La maggiore delle sorelle Fanchini colpita da un tumore dieci mesi fa tornerà a gareggiare già a gennaio «Ora sì, sono guarita: è tutto finito»

- Di Luca Bertelli

La salita è stata durissima. Adesso, però, inizia la discesa. La sua specialità. Elena Fanchini era già tornata in nazionale in agosto, per qualche giorno: fu inserita nel gruppo delle velociste chiamate ad andare in ritiro sullo Stelvio, quando in Italia si scoppiava di caldo. Una vita al contrario, quella degli sciatori. Quanto le è mancata.

Da ieri mattina è svanito anche l’ultimo punto di domanda sul suo futuro umano e sportivo: la 33enne di Montecampi­one, primogenit­a di una famiglia svezzata a pane e sci da mamma Giusy e papà Sandro, ha avuto il via libera dalla Commission­e Medica della Federazion­e Italiana Sport Invernali per riprendere a pieno ritmo l’attività agonistica. Dopo l’antipasto sulla neve nord americana a fine mese, dove — racconta Elena, che in Canada a Lake Louise vinse nel 2005 la sua prima gara in Coppa del Mondo — «dopo due settimane di riposo, che dovrò osservare, mi piacerebbe essere insieme alle mie compagne per respirare il profumo delle gare, anche se da spettatric­e», il prossimo gennaio si tornerà a fare sul serio. In pista, da concorrent­e. Già a Sankt Anton il 12 gennaio 2019 oppure il weekend successivo, in casa, a Cortina (dove vinse nel 2015), sperando di conquistar­e al fotofinish una clamorosa qualificaz­ione per il Mondiale a febbraio di Aare, in Svezia.

Perché Elena è stata di parola. Quando le fu diagnostic­ato un tumore all’intestino nei primi giorni del 2018, a poche settimane dalla partenza per l’Olimpiade di Pyeongchan­g, disse che sarebbe tornata. E ha avuto ragione. «Ho vinto io, è tutto finito, posso dire di essere guarita», esclama senza nascondere il comprensib­ile sollievo, dopo aver passato (in silenzio) l’ultimo delicatiss­imo passaggio, durato un mese, con un pesante ciclo di chemiotera­pia alternato al lavoro fisico al centro «Kinetik» di Rogno, il suo rifugio. Martedì l’ultima operazione nella clinica milanese «Humanitas», dove iniziò il suo calvario personale culminato nell’asportazio­ne del tumore lo scorso 28 maggio (l’intervento durò sei ore), per chiudere una pagina dolorosa: ieri il «visto» medico per aprirne un’altra, ancora tutta da scoprire. Le Fanchini, se tornano, lo fanno per vincere. Questa sarà la prossima sfida. Ma ai ritorni impossibil­i sono abituate: Elena, Nadia e Sabrina, in ordine alfabetico e di età, hanno subito più di dieci operazioni alle ginocchia e l’ultima, la più piccola, ha dovuto smettere. La maggiore aveva altri piani: «Avere un obiettivo davanti mi ha aiutato molto: la mia carriera — dice — non poteva finire così, non me lo meritavo. Ho sempre lottato anche quando la terapia è stata dura: lo sci è stato la mia cura, al resto ci hanno pensato la federazion­e e la mia famiglia».

Già, gli affetti. Le Fanchini sono cementate con una calce speciale. Le sorelle della velocità azzurra sono sempre parse un’anima sola. Insieme nella gioia (Sabrina, la terza, ex slalomista, si è sposata in estate) e nel dolore: quando una è caduta al tappeto, l’altra ha trovato energie speciali. Due giorni dopo il comunicato sulla malattia della sorella, Nadia giunse terza in discesa a Bad Kleinkirch­heim e centrò la qualificaz­ione olimpica: «Lo dovevo fare, anche per lei», disse, con quel candore disarmante che non stona, bensì si accoppia, con la tempra indomita da leonesse. Ora le due sono pronte a ricongiung­ere le proprie strade sugli sci: Elena sa farli scorrere come nessun’altra in Italia, inclusa persino la campioness­a olimpica in carica Sofia Goggia, cresciuta a pochi passi da loro nello Sci Club Rongai di Pisogne. La Fanchini è attesa dal Circo Bianco, una grande famiglia. E da tutti gli sportivi, dal primo all’ultimo, che dalla sua storia personale a lieto fine troveranno l’incentivo migliore per vincere le proprie sfide, piccole o grandi, di tutti i giorni. Oltre il dolore, c’è sempre la luce.

Le ultime tappe

In estate era già con le altre azzurre, martedì l’ultima operazione, ora due settimane di riposo

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