Olivari: «Metalmeccanici, no al referendum Spero in un percorso condiviso con la Fiom»
Il segretario Cisl-Fim: Qui si fa ancora differenza fra democrazia diretta e di rappresentanza
Stefano Olivari, 45 anni, da marzo è alla guida della Fim di Brescia, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl. E all’orizzonte c’è il rinnovo del contratto di Cnh Industrial, che a Brescia riguarda la sede dell’Iveco.
Uniti o divisi con i metalmeccanici della Cgil?
«La Fiom ha presentato una propria piattaforma, noi la nostra. Spero però in un percorso come quello per il contratto di Federmeccanica: due strade che partono parallele, ma che alla fine convergono. Qualsiasi accordo deve comunque essere sottoscritto dalle Rsu che hanno il potere e il diritto per farlo. Qui a Brescia si fa ancora la differenza fra democrazia diretta e di rappresentanza e così si ricorre strumentalmente al referendum tra i lavoratori».
Il referendum come pura demagogia?
«Il fatto è che paradossalmente il referendum elude la partecipazione. I lavoratori si limitano a un ‘sì’ o a un ‘no’. Ma allora dove sta la partecipazione? La condivisione deve partire dalla fase contrattuale e continuare lungo tutto il processo, è lì che vanno raccolte le istanze dei lavoratori, anche affrontando tematiche scomode per le organizzazioni sindacali».
Parliamo della partecipazione che volete.
«Prendiamo il premio variabile, che non è definibile a priori e sui cui obbiettivi i lavoratori vanno coinvolti. Per la Fim il tema è attuale e può diventare il grimaldello che possiamo usare per cominciare a sederci al tavolo della partecipazione aziendale».
Un tema importante per la Fim…
«A me piace parlare di ‘conflitto partecipativo’, un ossimoro che rende bene l’idea. Perché oggi i lavoratori vogliono che la loro voce, la loro forza, la loro esperienza vengano ascoltate. Non sono solo lavoratori a cui si chiede una prestazione, ma protagonisti come persone. Sono convinto che sia un risultato raggiungibile e il sindacato deve avere un ruolo determinante».
E per quanto riguarda flessibilità-precarietà?
«Diciamo sì alla flessibilità concordata con i sindacati e un gigantesco no alla precarietà. Mettere degli stop ai tempi determinati e obbligare ad assumere ottiene l’effetto contrario. Sono convinto che nel pacchetto di soluzioni debba essere inserita una vera formazione di tutti i lavoratori».
Le battaglie
La Cisl è favorevole alla flessibilità ma contraria allo stop ai tempi determinati