Concerto per ricordare don Murgioni e 50 anni di missionari
«America Latina, questa è l’ora tua…Adesso un nuovo giorno illumina la tua storia. Andate, Cristo vi manda, la Chiesa vi aspetta, il mondo è aperto dinanzi a voi!». Con queste parole il Papa Paolo VI il 3 luglio 1966 concludeva l’omelia della solenne concelebrazione in cui vennero da lui ordinati in San Pietro a Roma 70 sacerdoti “fidei donum” per l’America Latina. In quell’occasione il pontefice bresciano benedì anche due sacerdoti della nostra diocesi, don Pierluigi Murgioni e don Saverio Mori, che due anni dopo, nel 1968, avrebbero avviato la missione della Chiesa bresciana in Uruguay, nella diocesi di Melo.
Celebrando quest’anno i 50 anni dell’impegno missionario dei sacerdoti bresciani in Uruguay, l’Ufficio missionario diocesano ha organizzato una serata di commemorazione, con un concerto che si terrà a Brescia questa sera alle ore 21 nella chiesa del Carmine. La corale Santa Cecilia di Toscolano Maderno, diretta da Giampietro Bertella, eseguirà la messa da Requiem di Mozart, per ricordare anche i 25 anni dalla morte di don Pierluigi Murgioni.
Quando don Mori e don Murgioni sbarcarono in Uruguay, il vescovo di Melo, mons. Roberto Caceres, consegnò loro un documento che riassumeva le indicazioni per la pastorale della Chiesa locale, appena varate nella II Conferenza generale dei vescovi latinoamericani, tenuta nel 1968 a Medellin in Colombia. Le raccomandazioni erano essenzialmente tre: la “scelta preferenziale dei poveri” nella predicazione del Vangelo, le comunità ecclesiali di base e la teologia della liberazione.
I due giovani preti bresciani si misero subito al lavoro, don Murgioni scelse di fare il taxista nel tempo libero. Nel 1969 venne assegnato alla parrocchia di Treinta y Tres.
Nel maggio del 1972 don Murgioni e don Mori vennero tratti in arresto, sospettati di fiancheggiare il Movimento di liberazione Tupamaros. Entrambi vennero torturati dai militari. Don Saverio sarà liberato dopo pochi giorni, mentre don Pierluigi, colpevole di aver soccorso un guerrigliero ferito, verrà incarcerato per oltre cinque anni, liberato nell’autunno del 1977 solo grazie all’intervento diplomatico dello Stato italiano e del Vaticano. Dopo la liberazione don Murgioni fu assegnato per qualche anno alla parrocchia di San Faustino in città, allora retta da mons. Monolo. Quindi fu curato a Ghedi e dal 1989 parroco di Gaino e Cecina a Toscolano Maderno. Nel 1993 don Pierluigi Murgioni dovette arrendersi ad un male incurabile. È sepolto nel piccolo cimitero di Gaino.