Corriere della Sera (Brescia)

Scalo merci, i cantieri nel 2019

Si parte con le bonifiche poi la posa di nuovi binari e di gru elettriche. L’apertura nel 2022

- Di Pietro Gorlani

Si concretizz­a il progetto da 60 milioni per rilanciare lo scalo merci bresciano e trasportar­e su ferro (anziché sui camion) 200 mila container l’anno. Fs e la svizzera Hupac hanno depositato il progetto in Regione: nel 2019 dovrebbero partire le bonifiche dell’area, mentre l’inaugurazi­one è prevista nel 2022. La Loggia ottiene come compensazi­oni una nuova viabilità su via Orzinuovi e un ettaro di bosco.

Ha finalmente preso corpo, con oltre un anno di ritardo rispetto ai primi annunci, il progetto da 60 milioni di euro per rilanciare lo scalo merci della «Piccola Velocità», destinato a diventare il terminale intermodal­e cardine della Lombardia orientale. Da Brescia partiranno 198 mila container e casse mobili per viaggiare su rotaia anziché su camion, con notevoli risparmi di costi ed emissioni climaltera­nti.

La società Terminal Alp Transit Srl (Teralp), controllat­a da Fs Logistica e partecipat­a dalla svizzera Hupac, nel maggio 2017 ha avviato la valutazion­e di impatto ambientale e nei giorni scorsi ha depositato il progetto in Regione per la sua approvazio­ne. Progetto e studio di impatto ambientale, curati dallo studio di architettu­ra Gioia-Gibelli di Milano, elencano interventi tecnici e tempi necessari a realizzare l’opera. La variabile cardine riguarderà la bonifica dei 103 mila metri quadrati di area, che sono appena al di là del sito inquinato di interesse nazionale Caffaro (il limite è appunto la linea ferroviari­a Brescia-Milano) oltre al disinnesco degli ordigni bellici. Le bonifiche inizierann­o già nel gennaio 2019 per concluders­i entro fine 2020. Poi dovrebbe partire la cantierizz­azione vera e propria. Ma è la stessa Teralp a tracciare due scenari temporali: se tutto procedesse senza intoppi l’apertura dello scalo potrebbe già avvenire nel 2022, ma c’è anche uno scenario a «lungo termine», con l’apertura nel 2030.

L’iter burocratic­o si presenta quindi lungo e complesso, se si tiene conto che la scelta del centro intermodal­e di Brescia (così come quelli gemelli di Milano e Piacenza) risale al 2012, anno della dichiarazi­one d’intenti siglato tra l’allora ministro dello sviluppo Economico, Corrado Passera, e la consiglier­a federale svizzera, Doris Leuthard. Proprio la Svizzera, attenta all’impatto del traffico delle merci su gomma, si era mossa prima dell’apertura del nuovo trafo-

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