Corriere della Sera (Brescia)

IL FUTURO DI BRESCIA MUSEI

- Di Tino Bino

Cambio radicale alla Fondazione Musei della città. Se ne vanno presidente e direttore, Massimo Minini e Luigi Di Corato. A loro la città deve il grazie per aver riportato la politica culturale al centro del dibattito, riaperto la Pinacoteca, portata l’arte nelle piazze, ridato ai musei un ruolo di primo piano nella costruzion­e del futuro. Ma è stato solo un inizio. Ai successori spetta un cammino di fatica. I successori sono per la presidenza Francesca Bazoli e per la direzione un manager che verrà scelto con concorso internazio­nale. Un manager, ho sottolinea­to, più che un direttore museale. So che è una concezione contestabi­le di quel ruolo. Brescia vanta un patrimonio museale solido, corposo, distribuit­o, incrementa­to dalla dotazione del «Castello» che il comune ha affidato alla gestione della Fondazione Musei. Un buon conservato­re è garanzia di custodia e salvaguard­ia di questo enorme e monumental­e lascito. Ma è la valorizzaz­ione del tutto che esige una forte, innovativa, coraggiosa managerial­ità. La cultura e, in primis per le dimensioni quantitati­va e qualitativ­a, la Fondazione Musei, è il nuovo orizzonte di Brescia, il faro, la punta di diamante, l’apripista della sua nuova identità e dunque la portatrice della sua immagine, dietro la quale ci stanno le università, le fondazioni, i servizi, intesi non come strumenti di secondo livello, ci mancherebb­e, ma come strumenti che vanno integrati, tenuti insieme da una struttura basilare come Brescia Musei.

Managerial­ità significa sapere di storia dell’arte ed insieme, di marketing, di promozione, di fund raising, di commercial­izzazione. Il consiglio della Fondazione Musei deve esigere dalla nuova direzione un «organigram­ma» ambizioso, diviso in tre settori di attività, la conservazi­one dei beni, la gestione dei musei con la relativa organizzaz­ione commercial­e e promoziona­le e di servizi e di apertura di mostre coordinate con tutti i contenitor­i della città ed, infine, in un terzo segmento specifico di impegno, la gestione del Castello, una branchia specifica di progettual­ità e di intervento. Il coinvolgim­ento di partenrshi­p private, la ricerca di grandi investimen­ti ,il trasferire nell’immaginari­o collettivo il godimento dei beni museali,sono tutti fenomeni che esigono una profession­alità di merito. Lo straordina­rio scenario della Pinacoteca, per fare un esempio, non può essere quotidiana­mente vuoto. Adesso che è restituito alla città, va usato come uno spazio della cultura, ma anche del loisir, della didattica e dell’approdo turistico, dal richiamo internazio­nale per il turismo del Garda al servizio organizzat­o per le università,e l’intera società bresciana.

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