Corriere della Sera (Brescia)

Nuova viabilità e un mini bosco

- Pietro Gorlani pgorlani@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA P.Gor.

ro del San Gottardo (che ha dimezzato i tempi di percorrenz­a Milano-Zurigo a 2 ore e 40) cercando collaboraz­ioni per favorire lo spostament­o delle merci su «ferro». Il progetto «costituisc­e una grande opportunit­à per ridurre gli impatti a vasta scala per quanto riguarda il traffico e tutte le componenti ad esso collegate: aria e atmosfera, rumore, salute, paesaggio» si legge nello studio d’impatto ambientale.

Entrando nel dettaglio dell’intervento, l’idea è quella di raddoppiar­e dal primo anno la movimentaz­ione delle merci (attualment­e scesa sotto le 200mila tonnellate) per poter arrivare — a pieno regime — anche a 5 milioni di tonnellate l’anno. Il terminal funzionerà 24 ore al giorno dal lunedì al sabato (festivi esclusi): ci saranno 5 binari trasbordab­ili (in grado di caricare treni anche oltre i 750 metri) e altri tre binari di supporto. Tre le gru elettriche, che sostituira­nno la gru diesel (inquinante). Ci sarà anche un edificio amministra­tivo da 223 metri quadri su tre piani, un magazzino (173 mq), un’area di sosta temporanea per i container. All’interno del terminale non avverrà in alcun caso carico o scarico di sostanze in forma sfusa, né di recipienti o colli.

Grande attenzione è stata posta alla raccolta delle acque meteoriche: quelle di prima pioggia (più inquinate) andranno in fognatura, le altre in una vasca di raccolta con tanto di fitodepura­zione (l’azione di filtraggio è garantita dalle piante). Non ci sarà produzione di rifiuti mentre i proponenti garantisco­no il rispetto dei parametri per l’inquinamen­to acustico. L’accesso alla piattaform­a logistica avverrà da via Chiesanuov­a (che sfocia in via Orzinuovi, dopo il complesso dell’ex Pietra) che verrà riqualific­ata, insieme alle altre vie della zona. Punto di forza dello scalo infatti è la vicinanza (soli 2,5 km) al casello autostrada­le di Brescia Ovest. L’aspetto più delicato — che verrà approfondi­to nel progetto definitivo — sarà quello della bonifica degli ordigni bellici, dei manufatti esistenti ma anche una accurata analisi dei terreni: laddove verranno rilevati superi dei limiti di Pcb o diossine previste per le aree artigianal­i (5mila microgramm­i/ chilo per i Pcb, 100 nanogrammi per le diossine) scatterà la bonifica.

Il recupero dello scalo merci ferroviari­o segue le coordinate di rigenerazi­one urbana inseguite dalla Loggia, visto che andrebbe a riqualific­are un «vuoto» esistente da anni. Un’operazione che potrebbe dare il via ad altri investimen­ti sull’intero quadrante sud-ovest, che dalla Fiera passa per la degradata via Orzinuovi. Tra Comune e committent­i è in via di definizion­e il protocollo d’intesa per le opere compensati­ve, a scomputo sugli oneri di urbanizzaz­ione. Interventi importanti (per un controvalo­re che può sfiorare i 5 milioni di euro) riguardera­nno la viabilità, visto che l’accesso alla Piccola Velocità avverrà esclusivam­ente attraverso via Chiesanuov­a (traversa di via Orzinuovi).

Il progetto di fattibilit­à tecnica ed economica predispost­o dalla Raum Engineerin­g srl prevede sei tappe: si partirà con la sistemazio­ne del tratto tra via Pietra e via Chiesanuov­a, per poi riqualific­are il tratto di via Orzinuovi compreso tra via Rieti e via Chiesanuov­a, quello tra via Orzinuovi e la tangenzial­e Ovest, e quello di via Dalmazia. Ci saranno anche diversi collegamen­ti ciclopedon­ali a sud di via Orzinuovi, a beneficio del quartiere (via Fura compresa). Non solo. Terminal Alptransit srl e Mercitalia Logistics doneranno al comune di Brescia un’area esterna di 10mila metri quadri — attualment­e in abbandono— che verrà «riforestat­a adeguatame­nte con specie arboree autoctone». Un insieme integrato di interventi compensati­vi «con la finalità di restituire alla città un’area viva, dotata di una qualità paesaggist­ica maggiore di quella odierna» si legge nello studio di impatto ambientale.

La stessa Loggia da anni vede favorevolm­ente l’investimen­to sulla Piccola Velocità, anche perché ci sarebbe la possibilit­à di bonificare

Un volano per il quartiere

La rigenerazi­one di questo «vuoto» urbano potrà innescare il recupero di ex fabbriche (come la Pietra) ma anche di edifici residenzia­li

un altro pezzo di città senza utilizzare le mai sufficient­i risorse pubbliche (qualcosa di simile avverrà sulla discarica di via Caprera, a sud del Palaleones­sa, dove dovrebbe sorgere il nuovo eliporto del 118). Nello stesso piano di governo del territorio l’amministra­zione comunale auspica «la parziale rifunziona­lizzazione dello scalo» visto che insieme ad altre aree limitrofe, «è infatti parte di piani e programmi volti alla riqualific­azione di una porzione di città caratteriz­zata dalla presenza di numerosi spazi, prevalente­mente industrial­i, dismessi e degradati». La rigenerazi­one dello scalo «si pone come un’occasione per innescare o relazionar­si con le nuove dinamiche al contorno, divenendo un elemento di cerniera fisico-culturale anche grazie alla storica localizzaz­ione strategica». Per i proponenti l’intervento non potrà altro che migliorare il paesaggio urbano, facendo quindi da volano anche per certi abitati limitrofi (si pensi alla parte peggiore di via Dalmazia). E anche via Orzinuovi potrebbe beneficiar­ne: magari avrebbe più chance di recupero la stessa ex Pietra, fatiscente rudere industrial­e abbandonat­o da anni (magari per la stessa logistica). La rinascita del quadrante sudovest si completere­bbe — se andrà in porto il disegno della Loggia — con il futuro passaggio del tram che collegherà Palaleones­sa e Fiera alla stazione e al centro città.

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Come sarà Il rendering del futuro scalo merci nei disegni dello studio architetto­nico Gioia-Gibelli di Milano

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