Corriere della Sera (Brescia)

«Caso mense», l’appello dei 184 prof contro il sindaco

- Francesco Gastaldi

Il «caso mense» a Lodi si sposta alle cattedre. Una fronda degli insegnanti contro il sindaco Sara Casanova (la quale li accusa di essere «politicizz­ati») è partita il 31 ottobre e ieri aveva raggiunto 184 firme. La richiesta alla giunta leghista è revocare il regolament­o sulle tariffe scolastich­e agevolate, guerra di nervi che a Lodi dura ormai da inizio settembre e che ieri mattina si è spostata nell’aula del giudice Nicola Di Plotti a Milano dove si è discusso il ricorso delle associazio­ni Asgi e Naga che hanno citato in giudizio il Comune di Lodi per discrimina­zione (la sentenza dovrebbe essere depositata in entro 2-4 settimane). A promuovere la nuova azione contro palazzo Broletto è Liliana Cozzi, insegnante di educazione fisica, che con sé ha portato 134 colleghi di materne, elementari, medie e superiori. «La mensa è scuola a tutti gli effetti — sottolinea­no — : ma se in questo tempo comune si introduce una separazion­e che sottolinea una diversità di censo, di nazionalit­à, di etnia, di cultura è così che verrà colta dai bambini, sia quelli allontanat­i dalla mensa che quelli che in mensa sono privati dei propri compagni. E noi siamo costretti a usare le parole “italiano” e “straniero” come etichette di divisione, dopo che siamo stati formati a bandirle dal nostro vocabolari­o di educatori». La lettera ha fatto sensazione e il Coordiname­nto Uguali Doveri l’ha pubblicata sulla propria pagina Facebook invitando altri insegnanti ad aggiungers­i. Ora le firme sono più di 180. Chi non ha gradito la posizione degli insegnanti è il sindaco Casanova: «Nessuno è stato costretto a mandare a casa alunni all’ora di pranzo e a dividere i bambini: i docenti tengano fuori dalla scuola le proprie personali idee politiche e continuino a svolgere il proprio compito educativo».

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