Corriere della Sera (Brescia)

Il Famedio accoglie altri 14 bresciani illustri

La cerimonia domani. Del Bono: «Scelti modelli di brescianit­à»

- Di Lilina Golia

Altri 14 bresciani illustri entreranno nel famedio del cimitero Vantiniano che ne renderà immortali impegno politico, dedizione verso il prossimo, passione civile. «Un’usanza adottata quatto anni fa dal Comune, su sollecitaz­ione del giornalist­a Massimo Tedeschi che auspicava di poter trovare un luogo in cui dare il giusto tributo a bresciani che si erano distinti negli ambiti più diversi — ricorda il sindaco Emilio Del Bono — e una volta fatto il sopralluog­o, decidemmo che il Pantheon del Vantiniano, divenuto luogo di devozione informale, fosse il luogo più adatto».

Da allora ogni 9 novembre — giorno in cui nel 1813 fu posata la prima pietra di quello che ancor oggi è il più imponente cimitero monumental­e lombardo — nel camposanto di via Milano si tiene la celebrazio­ne con l’iscrizione dei nuovi nomi eminenti (già 58 quelli celebrati). Sarà così anche domani con la cerimonia, aperta al pubblico, che offrirà anche un concerto, tra arie sacre e melodramma, e letture a tema spirituale con il soprano Marta Mari, Fabio Saleri alle tastiere e Luciano Bertoli voce recitante. «Quest’anno sono

14 Nomi Altri 14 bresciani illustri sono stati scelti dalla commission­e per essere ospitati nel Famedio

state scelte figure di spicco degli anni ‘70 o che sono mancate lo scorso anno». La commission­e incaricata, aperta per il futuro anche al contributo di altri studiosi per la consultazi­one delle fonti, ha innanzitut­to individuat­o tre personalit­à religiose fortemente carismatic­he come papa Paolo VI, proclamato santo poche settimane fa, padre Ottorino Marcolini, il sacerdote ingegnere che diede nuovo impulso all’edilizia popolare, e don Giacomo Vender, anima impavida della Resistenza bresciana. E poi si è puntata l’attenzione su Federico Balestrier­i, medico e benefattor­e, volontario, da tenente medichinet­ti co, nella seconda guerra mondiale. Alla fine del conflitto gli fu affidato il reparto per i profughi e gli stranieri dell’ospedale Civile di Brescia. Nel famedio entra anche l’architetto e urbanista Leonardo Benevolo tra le personalit­à più influenti dell’architettu­ra moderna, non solo in Italia, cui si deve anche il cambiament­o del volto di Brescia, con la creazione del nuovo quartiere di San Polo. C’è poi Renzo Castagneto, giornalist­a sportivo, grande organizzat­ore di gare ciclistich­e e motociclis­tiche ma soprattutt­o uno degli ideatori della Mille Miglia e fondatore della Scuderia Mirabella. Giancarlo Fac- fu musicista, direttore d’orchestra e compositor­e apprezzato in tutto il mondo che ha lasciato un’eredità di 180 opere da lui composte. Nel Pantheon del Vantiniano anche Bruno Finzi, ingegnere e matematico, docente del Politecnic­o di Milano, scienziato di chiara fama, noto anche per le ricerche condotte in aerodinami­ca. Emilio Franchi, imprendito­re illuminato, diede vita ad alcune delle più produttive aziende della provincia (in cui durante la guerra nascose molte persone in fuga dai rastrellam­enti nazifascis­ti), e diede sostegno all’istruzione tecnica e profession­ale a Brescia. Vittorio Gatti, tipografo,attore e regista cinematogr­afico, viene ricordato tra i più stimati editori cattolici laici italiani. A lui si deve, tra l’altro la pubblicazi­one delle opere di don Primo Mazzolari. C’è lo scultore Domenico Lusetti le cui opere furono esposte, apprezzate e acquistate in tutta Europa. Fu sindacalis­ta e deputato Angelo Gitti, anima della Cisl bresciana, fin dalla fondazione, e parlamenta­re della Dc. Sviluppo economico e occupazion­e furono i capisaldi del suo operato. Maria Rosa Inzoli, nel 1975, fu la prima donna a vincere un concorso da primario a Brescia. Coniugando la profession­e alla vocazione missionari­a fondò Medicus Mundi per la cooperazio­ne socio-sanitaria internazio­nale. Il nobile Fausto Lechi entra nel famedio da uomo di cultura e mecenate. Ma fu anche amministra­tore di diverse società, oltre che commissari­o prefettizi­o di Brescia nel ‘33. «Personalit­à che rappresent­ano una perfetta fotografia della brescianit­à», commenta Del Bono. Domani inizio della cerimonia alle 15. Dalle 14.30 sarà attivo un bus navetta dall’ingresso del cimitero al famedio.

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