Darfo Boario Terme L’anatomia di una città in un viaggio a ritroso
Per cogliere a fondo i tratti di un luogo bisogna procedere a ritroso. E andare indietro, lungo una storia al rovescio, fino all’inizio. Per Darfo Boario Terme, divenuta città cinquant’anni fa — come ricostruisce il volume dedicato alla ricorrenza a cura di Bice Galbiati Grillo e promosso dal Comune — il principio non fu il 6 ottobre 1968, data dei festeggiamenti ufficiali. Ma si verificò alcuni secoli prima, durante il Medioevo, con lo sviluppo del borgo di Montecchio, l’ascesa dei nobili Federici e l’avvio graduale di un processo di autonomia giurisdizionale e sociale. Un lungo percorso di successi e cambiamenti che proseguì fino al Novecento. Il momento di svolta vero e proprio di questo cammino di sviluppo e aggregazione, come spiega l’autrice del libro, avvenne alla fine degli anni Venti, quando i comuni di Erbanno, Gorzone e Darfo (e delle località annesse), sulla scorta delle sollecitazioni del governo centrale, si unificarono: «Il percorso della nascita della città trova una concretizzazione effettiva con l’unione di questi diversi paesi, che oggi sono frazioni, nell’unico comune di Darfo. E con sé si portano le località di Angone, Montecchio, Corna, Fucine, Pellalepre, Bessimo e Boario, che allora si chiamava Casino Boario». Finché arriviamo al fatidico passaggio. La pratica per il conferimento del titolo di città viene avviata nel 1965 dal sindaco Giacomo Cemmi, come si legge nei documenti, che mettendo in luce la fisionomia economica e sociale del comune darfense (con scuole, teatri, alberghi, un ospedale e un significativo numero di abitanti, 11.962 secondo il censimento del 1961) ne sottolineano l’importanza nel contesto valligiano. Il decreto di conferimento del titolo viene firmato il 28 novembre del 1966 da Giuseppe Saragat e Aldo Moro. Per i festeggiamenti ufficiali, bisognerà aspettare il 6 ottobre 1968, con una cerimonia in pompa magna per festeggiare la prima città camuna che verrà chiamata Darfo Boario Terme (denominazione assunta nel 1969). All’evento saranno presenti sindaci camuni, onorevoli, il prefetto e il ministro Giovanni Battista Scaglia, che avrà l’onore di tagliare il nastro nella nuova stazione ferroviaria.