LE OMBRE SU SCUOLA E LAVORO
L’alternanza scuolalavoro è esempio di un’idea eccellente che, se non supportata da formazione e strumenti adeguati, non dà esiti pari alle potenzialità e genera una diffusa opinione critica. Buon senso vorrebbe che si intervenisse per salvare la positività dell’intuizione ed emendare le negatività di attuazione. Non sembra così, a leggere tra le righe della manovra finanziaria: difficile pensare vada in tal senso una novità nominalistica e la riduzione delle risorse economiche investite. Cominciamo dal nome: da ora in avanti si parlerà di «Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento», che fa intuire si privilegeranno esperienze di aziende simulate in scuola anziché stage sul posto di lavoro. Si perde l’abbinamento scuolalavoro, che aveva in sé prospettive interessanti, ma soprattutto non si affronta il vero problema: lo strumento è stato insufficiente là dove non c’erano le competenze, a scuola e in azienda, per redigere progetti e per accompagnare i giovani in formazione; in assenza di tale azione di coaching, l’alternanza è spesso oscillata tra opportunità e sfruttamento. Sul piano delle risorse poi, si registra una riduzione di fondi; recita la legge di Bilancio: «le risorse […] sono assegnate alle scuole nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore», come a dire che il finanziamento arriverà solo per il minimo di ore e, se in qualche distretto si attuano pratiche di eccellenza che prevedono ore e costi maggiori, ci si dovrà arrangiare a trovare soldi in loco.
Paradossale è venire a sapere che i risparmi derivanti dal taglio all’alternanza scuola-lavoro serviranno a rifinanziare l’elemento perequativo dello stipendio di docenti e ATA: studenti contro insegnanti, come i capponi di Renzo! Auspice la Cisl scuola bresciana che ha promosso un convegno e un Protocollo in proposito, nella nostra provincia Istituzioni pubbliche, Provveditorato, Aib e Camera di Commercio hanno convenuto di blindare e semmai migliorare le buone esperienze già in atto. L’alternanza è da rilanciare, non da archiviare, anche per contrastare la forte dispersione scolastica: vorrà dire qualcosa se la media europea di studenti che passa attraverso la pratica dell’alternanza scuolalavoro è del 14,1% (oltre il 26% in Germania) e solo del 2,2% in Italia.