EuroCup: Germani ko e ora si fa dura
Nell’incontro di Eurocup sul parquet del Palaleonessa la squadra di Diana non bissa la bella prova di Montecarlo: contro Andorra finisce con un secco 73-79
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La peggiore Germani nella serata più importante, quella che poteva trasformare il passaggio del turno in Eurocup da utopia a realtà. Senza gambe, a lungo senza testa. L’orgoglio esce tardi, nell’ultimo quarto, quando i buoi sono scappati (finisce 73-79 solo grazie a una rimonta tardiva) e la terna arbitrale si dimostra poco casalinga. Non è un alibi, perché il Basket Brescia resta in cerca di una chimica ma nell’ultimo periodo aveva ritrovato la fame. Grave non averla in una gara-spareggio. Brescia-Andorra era questo, più della sfida tra i fratelli Vitali: Luca in avvio dà fosforo a una Germani scollata in attacco, Michele è il più efficace tra gli andorrani. Non scappa nessuno, anche se il primo quarto della Leonessa è discreto nonostante Hamilton, sempre su un personale pianeta che non collima con quello della squadra. Partita bruttina, eufemismo. Cattiva anche, o meglio mal arbitrata: il palazzetto (solo 2600 gli spettatori) ribolle e Andorra torna avanti grazie a qualche fallo generoso. Brescia però si inceppa con troppa facilità e la manovra compassata non trova il fluido magico di Allen, impalpabile. Nonostante tutto, all’intervallo vince l’equilibrio: Brescia è sotto solo di due punti. La luce, già flebile, si spegne al rientro dagli spogliatoi. Andorra piazza un parziale di 17-0 che ucciderebbe un toro. Ceron interrompe l’astinenza dopo 320 secondi, un’enormità nel basket. La partita finisce qui. Restano solo tanto nervosismo (espulso Luca Vitali), una terna permalosa, le facce eloquente dei dirigenti in tribuna. C’è anche una classifica, che lascia una speranza. La Germani torna ultima a 4 punti, UIm e Galatasaray – da scavalcare entrambe - sono due lunghezze sopra e dovranno ancora transitare dal nuovo Eib. Ma adesso, più dell’Europa, fa paura la Puglia. Domenica si va a Brindisi. Un’altra sconfitta riporterebbe a galla la parola crisi, finita sott’acqua per pochi (pochissimi) giorni.