Corriere della Sera (Brescia)

Discariche, la ricetta del ministro

Recupero scorie, più controlli e sanzioni più severe: sequestro dei beni e Daspo ambientale

- Di Pietro Gorlani

Approvazio­ne della norma sull’end of waste, una nuova forma di controllo delle scorie e un indice di pressione nazionale. E poi, regole durissime per chi inquinerà il territorio, tra cui il sequestro di tutti i beni fino al Daspo ambientale. È la raffica di azioni legislativ­e che sta programman­do il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ieri a Brescia per discutere di tutte le problemati­che della zona.

Approvazio­ne della norma sull’end of waste, una nuova forma di controllo delle scorie (il Sistri va in pensione) e un indice di pressione nazionale. E ancora: regole durissime per chi inquinerà il territorio, tra cui il sequestro di tutti i beni («come se si trattasse di reati di mafia») fino al Daspo ambientale, che costringer­à l’imprendito­re colpevole a non poter più lavorare in provincia. È la raffica di azioni legislativ­e che sta programman­do il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per fermare l’avanzata delle discariche nella «terra dei buchi» (copyright della giornalist­a Marina Forti e del suo libro Malaterra) ed in tutte le «Brescia d’Italia». Ministro invitato dall’ambientali­sta Imma Lascialfar­i, che ieri ha dedicato l’intero pomeriggio alle questioni ambientali nostrane, dibattendo all’auditorium dell’Abba-Ballini, prima con i cittadini (in perfetto stile pentastell­ato) poi con il sindaco ed infine con una decina di rappresent­anti dei comitati.

Per l’indice di pressione ambientale nazionale i tempi sono lunghi, visto che la formula scelta è quella del disegno di legge «che intendo chiamare Terra mia e che depositerò a gennaio». Più concreto e vicino invece il provvedime­nto per l’end of waste, che permetterà ad una serie di scorie (come quelle di acciaieria ed i rifiuti della demolizion­e edile) di «diventare materia prima seconda, nel segno dell’ economia circolare» spiega il ministro. Un provvedime­nto molto atteso nel Bresciano, soprattutt­o dagli industrial­i che — lo ha promesso il presidente di Aib nel convegno del 26 ottobre — sono pronti a ritirare il ricorso al Tar contro l’indice di pressione ambientale della Regione se il 60% di quelli che oggi sono definiti rifiuti speciali non pericolosi potranno essere recuperati. «La norma sarà nel decreto Semplifica­zione di dicembre — promette il ministro —. Ho già avuto la bollinatur­a dal ministero dell’Economia e della Presidenza del Consiglio». Ma per

evitare che le bolle d’accompagna­mento dei rifiuti «possano essere taroccate» mandando a recupero materiali pericolosi, il ministro vuole riorganizz­are la filiera dei controlli: «via il Sistri, che non ha mai funzionato ed è costato 40 milioni di euro; arriverà un nuovo sistema di controllo centralizz­ato, che costerà solo un milione».

L’idea è quella di sburocrati­zzare il sistema, rendere la vita facile agli imprendito­ri onesti ma introdurre pene più severe per chi trasgredis­ce le regole: coloro che apriranno una nuova attività a rischio inquinamen­to dovranno firmare «una fideiussio­ne ambientale di importo pari al potenziale disastro che potrebbe verificars­i» così da avere fondi necessari ad una ipotetica futura bonifica. «Chi non accetterà non avrà il permesso». «Noi all’imprendito­ria che gestisce l’ambiente dobbiamo dare tutte le possibilit­à di lavorare —aggiunge il ministro — ma se c’è qualche criminale che della serietà se ne fa sberleffi chiediamo l’applicazio­ne del 416 bis del codice penale: chi inquina il territorio si vedrà sequestrat­e tutto il suo patrimonio. Se ne deve andare in mutande». E promette di voler introdurre anche il Daspo ambientale: «chi inquina e non pone rimedio non è degno di rimanere sul territorio dove vive». Costa promette anche future bonifiche (a partire dalla Caffaro) compresi i siti di aziende fallite e quindi senza risorse disponibil­i.

Nel denso pomeriggio di ieri si sono toccati anche altri temi: dal cementific­io sul lago d’Iseo che può usare rifiuti come combustibi­le («verificher­ò che la norma sull’end of waste non ne semplifich­i l’uso» promette il ministro) al tema dell’ acqua pubblica, toccato dal consiglier­e provincial­e Marco Apostoli (LeU): «Ministro, faccia una circolare che blocchi la privatizza­zione dell’acqua in provincia, in attesa della nuova legge». Per Costa un atto simile «è antigiurid­ico» e verrebbe subito affossato «da un ricorso al Tar. Dobbiamo fare in fretta una legge, questo sì». Roberto Bussi del Tavolo Basta veleni chiede conto della moratoria alle nuove discariche nel Bresciano che il parlamento non ha approvato: «Non vi prometto nulla ma abbiamo iniziato un percorso con la Regione e l’assessore Cattaneo, visto che l’approvazio­ne delle discariche è di competenza regionale». Moratoria chiesta a gran voce anche dall’assessore all’ambiente di Montichiar­i, Maria Chiara Soldini, che chiede anche più controlli da parte d i Arpa: «Voglio che i controllor­i Arpa si trasformin­o in ispettori ambientali» ribatte il ministro che tocca anche il tema caldo degli incenerito­ri: non è per la chiusura di quelli esistenti ma è contrario all’apertura di nuovi: «Servono 7 anni prima che un nuovo impianto entri in funzione e altri venti per ripagarne i costi. Ma abbiamo una normativa europea che al 2035 si costringe a differenzi­are il 90% dei rifiuti urbani. Che cosa daremmo da mangiare ai nuovi impianti? Per questo sono antieconom­ici».

Il tema acqua pubblica Non posso firmare un atto per bloccare la gara per la privatizza­zione come chiede Apostoli: sarebbe antigiurid­ico e impugnato al Tar, ovvero carta straccia

Stop agli incenerito­ri È diseconomi­co fare nuovi impianti: servono 7 anni di cantieri e altri 20 per ripagarli quando nel 2035 saremo al 90% di raccolta differenzi­ata

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