Discariche, la ricetta del ministro
Recupero scorie, più controlli e sanzioni più severe: sequestro dei beni e Daspo ambientale
Approvazione della norma sull’end of waste, una nuova forma di controllo delle scorie e un indice di pressione nazionale. E poi, regole durissime per chi inquinerà il territorio, tra cui il sequestro di tutti i beni fino al Daspo ambientale. È la raffica di azioni legislative che sta programmando il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ieri a Brescia per discutere di tutte le problematiche della zona.
Approvazione della norma sull’end of waste, una nuova forma di controllo delle scorie (il Sistri va in pensione) e un indice di pressione nazionale. E ancora: regole durissime per chi inquinerà il territorio, tra cui il sequestro di tutti i beni («come se si trattasse di reati di mafia») fino al Daspo ambientale, che costringerà l’imprenditore colpevole a non poter più lavorare in provincia. È la raffica di azioni legislative che sta programmando il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per fermare l’avanzata delle discariche nella «terra dei buchi» (copyright della giornalista Marina Forti e del suo libro Malaterra) ed in tutte le «Brescia d’Italia». Ministro invitato dall’ambientalista Imma Lascialfari, che ieri ha dedicato l’intero pomeriggio alle questioni ambientali nostrane, dibattendo all’auditorium dell’Abba-Ballini, prima con i cittadini (in perfetto stile pentastellato) poi con il sindaco ed infine con una decina di rappresentanti dei comitati.
Per l’indice di pressione ambientale nazionale i tempi sono lunghi, visto che la formula scelta è quella del disegno di legge «che intendo chiamare Terra mia e che depositerò a gennaio». Più concreto e vicino invece il provvedimento per l’end of waste, che permetterà ad una serie di scorie (come quelle di acciaieria ed i rifiuti della demolizione edile) di «diventare materia prima seconda, nel segno dell’ economia circolare» spiega il ministro. Un provvedimento molto atteso nel Bresciano, soprattutto dagli industriali che — lo ha promesso il presidente di Aib nel convegno del 26 ottobre — sono pronti a ritirare il ricorso al Tar contro l’indice di pressione ambientale della Regione se il 60% di quelli che oggi sono definiti rifiuti speciali non pericolosi potranno essere recuperati. «La norma sarà nel decreto Semplificazione di dicembre — promette il ministro —. Ho già avuto la bollinatura dal ministero dell’Economia e della Presidenza del Consiglio». Ma per
evitare che le bolle d’accompagnamento dei rifiuti «possano essere taroccate» mandando a recupero materiali pericolosi, il ministro vuole riorganizzare la filiera dei controlli: «via il Sistri, che non ha mai funzionato ed è costato 40 milioni di euro; arriverà un nuovo sistema di controllo centralizzato, che costerà solo un milione».
L’idea è quella di sburocratizzare il sistema, rendere la vita facile agli imprenditori onesti ma introdurre pene più severe per chi trasgredisce le regole: coloro che apriranno una nuova attività a rischio inquinamento dovranno firmare «una fideiussione ambientale di importo pari al potenziale disastro che potrebbe verificarsi» così da avere fondi necessari ad una ipotetica futura bonifica. «Chi non accetterà non avrà il permesso». «Noi all’imprenditoria che gestisce l’ambiente dobbiamo dare tutte le possibilità di lavorare —aggiunge il ministro — ma se c’è qualche criminale che della serietà se ne fa sberleffi chiediamo l’applicazione del 416 bis del codice penale: chi inquina il territorio si vedrà sequestrate tutto il suo patrimonio. Se ne deve andare in mutande». E promette di voler introdurre anche il Daspo ambientale: «chi inquina e non pone rimedio non è degno di rimanere sul territorio dove vive». Costa promette anche future bonifiche (a partire dalla Caffaro) compresi i siti di aziende fallite e quindi senza risorse disponibili.
Nel denso pomeriggio di ieri si sono toccati anche altri temi: dal cementificio sul lago d’Iseo che può usare rifiuti come combustibile («verificherò che la norma sull’end of waste non ne semplifichi l’uso» promette il ministro) al tema dell’ acqua pubblica, toccato dal consigliere provinciale Marco Apostoli (LeU): «Ministro, faccia una circolare che blocchi la privatizzazione dell’acqua in provincia, in attesa della nuova legge». Per Costa un atto simile «è antigiuridico» e verrebbe subito affossato «da un ricorso al Tar. Dobbiamo fare in fretta una legge, questo sì». Roberto Bussi del Tavolo Basta veleni chiede conto della moratoria alle nuove discariche nel Bresciano che il parlamento non ha approvato: «Non vi prometto nulla ma abbiamo iniziato un percorso con la Regione e l’assessore Cattaneo, visto che l’approvazione delle discariche è di competenza regionale». Moratoria chiesta a gran voce anche dall’assessore all’ambiente di Montichiari, Maria Chiara Soldini, che chiede anche più controlli da parte d i Arpa: «Voglio che i controllori Arpa si trasformino in ispettori ambientali» ribatte il ministro che tocca anche il tema caldo degli inceneritori: non è per la chiusura di quelli esistenti ma è contrario all’apertura di nuovi: «Servono 7 anni prima che un nuovo impianto entri in funzione e altri venti per ripagarne i costi. Ma abbiamo una normativa europea che al 2035 si costringe a differenziare il 90% dei rifiuti urbani. Che cosa daremmo da mangiare ai nuovi impianti? Per questo sono antieconomici».
Il tema acqua pubblica Non posso firmare un atto per bloccare la gara per la privatizzazione come chiede Apostoli: sarebbe antigiuridico e impugnato al Tar, ovvero carta straccia
Stop agli inceneritori È diseconomico fare nuovi impianti: servono 7 anni di cantieri e altri 20 per ripagarli quando nel 2035 saremo al 90% di raccolta differenziata