Via all’era Alghisi «ora il nodo acqua»
Tempi stretti per gli interventi. Il «vice» Ratti accusato di essere in conflitto di interessi
Sull’esito del referendum «serve un confronto serio». Il presidente del Broletto Samuele Alghisi si trova subito ad affrontare una questione spinosa. Il comitato per il «sì» non accetta che il 22% dei votanti non sia tenuto in considerazione. Sull’ammissione della gara, presupposto per fare entrare il socio privato in Acque bresciane deciderà l’assemblea provinciale dei sindaci. Il comitato promotore del referendum chiede che sia tolta a Ratti (dipendente A2A) la delega per il ciclo idrico. Mentre i sindaci della Valcamonica, l’affluenza qui è stata alta, sognano una società autonoma per la gestione dell’acqua.
«L’affluenza è un dato. Ed è basso». Ma gli esiti del referendum «non saranno decisi solo dal numero di votanti. Ora serve un confronto serio e onesto sul tema del ciclo idrico». Il presidente del Broletto Samuele Alghisi prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche divampate dopo il referendum. Il comitato per il «sì» non accetta che il 22% dei votanti – pari a 216 mila bresciani – venga derubricato ad una soglia così bassa da non doverne tener conto. «Coloro che non si sono recati alle urne – ha sottolineato il consigliere Marco Apostoli (Bene Comune) – non hanno detto che vogliono il sistema pubblico-privato». A deciderlo sarà l’assemblea provinciale dei sindaci, che potrebbe essere convocata a breve in modo da scegliere – entro fine anno – se ammettere o meno la gara, presupposto per far entrare il socio privato all’interno di Acque bresciane. Una fretta sospetta, secondo i referendari. Che ieri in aula al Broletto hanno sollevato «l’inopportunità» di confermare la delega sul ciclo idrico al vicepresidente della Provincia, Andrea Ratti (Pd). «È dipendente di una società che per il 100% è controllata da A2A» è la critica del consiglie- re Apostoli, convinto quindi che il numero due della Provincia non sia imparziale. Ma Ratti respinge al mittente le accuse di conflitto d’interesse: «Io sono una persona assolutamente libera. Dopo la delusione del flop di questo referendum – sostiene il sindaco di Orzinuovi – ora attaccano sul personale». Ieri il presidente Alghisi si è limitato a spiegare che avrebbe confermato le deleghe a tutti i consiglieri fino a quando ci saranno le prossime elezioni. Quindi a gennaio. Solo allora verrà presa la vera decisione. «Io lavoro per un’azienda che non si occupa di acqua» ripete Ratti. Che per confermare la propria indipendenza ricorda come nel suo comune, Orzinuovi, anni fa ci fu una gara per la raccolta dei rifiuti: Aprica (A2A) non risultò prima, vinse invece Cogeme, società di Lgh che all’epoca della gara orceana non era ancora entrata sotto il controllo di A2A. Ratti (che concluderà la sua esperienza in Provincia in primavera non potendosi più candidare come sindaco) smentisce di aver mai ricevuto telefonate da A2A Ciclo idrico e sulla delega deciderà comunque Alghisi, che ieri è tornato sul tema del ciclo idrico. E ha ribadito la necessità di «aprire un confronto sul dopo referendum che ora dovrà essere portato in consiglio».
Per il presidente però bisogna «ragionare sui risultati che sono da portare a casa a breve» rispetto alle procedure di infrazione europea. Depuratori da costruire, acquedotti da riparare, paesi da collettare: «Servono investimenti massicci». Ma chi li realizza? L’Ato dice che Acque bresciane 100% pubblica potrebbe farcela, ma ci metterebbe più anni di quanti ne servirebbero a una società mista e più patrimonializzata. Per Alghisi bisogna considerare anche la variabile dell’accesso al credito: per lui, di fatto, A2A entrando darebbe più chances ad Acque bresciane.