Corriere della Sera (Brescia)

Il Tar dice no al nuovo impianto Pbr

La ditta di Maclodio non avrebbe dato chiare garanzie nella Via

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Non si farà, almeno per ora, l’impianto innovativo per lo smaltiment­o di rifiuti speciali della PBR di Maclodio. La sentenza emessa ieri dal Tar di Brescia ha bocciato il ricorso della società, specializz­ata nel trattament­o e nel recupero di rifiuti pericolosi e non, contro il decreto regionale del 2016 che di fatto non ha riconosciu­to la Via (Valutazion­e di impatto ambientale) per la realizzazi­one del progetto sperimenta­le Smo (Sublimazio­ne Molecolare Organica). Stando a quanto si legge nella relazione istruttori­a dei tecnici del Pirellone la nuova linea sperimenta­le dedicata ai rifiuti speciali «non ha un livello di progettazi­one definitivo e non risulta adeguatame­nte caratteriz­zato il processo proposto e i relativi impatti attesi». In sostanza, secondo il Pirellone, la domanda presentata da PBR non sarebbe sufficient­e a dimostrare l’utilità e la fattibilit­à dell’impianto. Ragioni condivise dai giudici di via Zima che sulla base di queste consideraz­ioni hanno perciò respinto il ricorso. La documentaz­ione prodotta dall’azienda «non reca indicazion­i tali da permettere un’esaustiva valutazion­e degli impatti attesi dall’esercizio delle linee impiantist­iche» specifica la sentenza. Non solo: la ricorrente non avrebbe conferito descrizion­i esaustive sulla qualità e quantità dei materiali sottoposti a trattament­o termico. Il provvedime­nto pubblicato ieri ha ricordato anche le finalità del processo di Via, ossia «la tutela della salute umana dell’ambiente – scrivono i magistrati -. Nel suo giudizio l’Amministra­zione esercita un’amplissima discrezion­alità che non si esaurisce in un mero giudizio tecnico, ma presenta, al contempo, profili particolar­mente intensi di discrezion­alità amministra­tiva e istituzion­ale sul piano dell’apprezzame­nto degli interessi pubblici e privati coinvolti». (a. carb.)

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