Corriere della Sera (Brescia)

Così la Valcamonic­a sogna una società autonoma

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In Vallecamon­ica si sono recati alle urne il doppio dei cittadini rispetto alla media provincial­e del 22%. Come mai? I sindaci coltivano da tempo il progetto di un Ambito territoria­le camuno, con un proprio gestore del ciclo idrico – potrebbe essere Siv, «Servizi Idrici di Vallecamon­ica» srl (Siv) – o con un soggetto che agisca in autonomia. Su questo deciderà il Broletto e la futura assemblea provincial­e dei sindaci. Ad oggi, diversi amministra­tori vorrebbero tenere ancora la gestione diretta di acquedotto e fognatura («in economia»), ma questa modalità è ormai superata dalla legislazio­ne vigente che ha imposto un gestore provincial­e unico. Esistono eccezioni per i paesi montani sotto i mille abitanti, ma per ottenere la deroga serviva avviare una pratica che l’Ato non avrebbe ricevuto. L’altro tema sono gli investimen­ti: «Se si rompono 50 metri di conduttura, io non ho le risorse per ripararlo. Ecco perché siamo entrati in Acque bresciane come altri cinque comuni della Vallecamon­ica» spiega Giampiero Bressanell­i, sindaco di Sellero. Paese dove il 42% ha partecipat­o al referendum, votando in massa per il «sì». Anche a lui, però, resta un dubbio interpreta­tivo. Se il voto dei suoi concittadi­ni fosse «per difendere l’acqua comunale o, invece, per una gestione 100% pubblica dell’acqua, ma affidata ad altri». Poi ci sono i costi: in Vallecamon­ica oggi l’acqua si paga dai 20 ai 60 centesimi al metro cubo, contro una media di due euro. In Acque bresciane la tariffa è destinata a salire con gradualità, ma sarà giustifica­ta dai relativi investimen­ti. (m.tr.)

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