Leno, in ospedale posti a rischio E pure il servizio
Il Pd attacca: «Come ha fatto l’Asst ad arrivare a questa emergenza?»
Ci sono i preavvisi di licenziamento mandati dalla Dominato Leonense che per 13 anni ha garantito la riabilitazione a Leno. Ora subentra l’Asst di Desenzano che sta cercando una cooperativa che fornisca personale dal primo gennaio. Piovono critiche. Per il Pd «si è tergiversato troppo». Da oggi stato di agitazione.
I rapporti con i fornitori sono stati chiusi. E i preavvisi di licenziamento sono partiti. A poco più di un mese dalla fine della proroga, la Dominato Leonense srl è ormai alla fase finale di una gestione che, per 13 anni, ha garantito l’attività riabilitativa a Leno. Tutti sperano che non ci sia interruzione di servizio, visti i tempi ristretti. Bisogna trovare una cooperativa che dal primo gennaio fornisca il personale, motivo per cui ieri l’Asst del Garda ha approvato la delibera per individuare al più presto «operatori economici interessati all’affidamento del servizio». Per il Partito democratico si è tergiversato troppo a lungo.
«Come si fa ad affrontare un’emergenza di questo genere al 20 di novembre, quando il contratto scade a fine anno?». Una critica che il consigliere Gianantonio Girelli rivolge all’Asst del Garda, ma anche alla Regione. Per lui, «se c’è un settore dove serve stabilità quello è la riabilitazione». Per la Dominato stabilità significava invece affidamento diretto (cinque anni più altri cinque), una formula che però «non potevamo accettare. Esistono regole da rispettare – risponde Simona Tironi, vicepresidente della commissione regionale sanità – che prevedono il bando aperto» quando si tratta di stabilizzare delle sperimentazioni, come è nel caso di Leno. Da parte dell’esponente di Forza Italia c’è comunque «disponibilità a sedersi intorno a un tavolo e parlarne per cercare una soluzione».
Intanto stamane i sindacati proclameranno lo stato di agitazione. Metà del personale che oggi lavora a Leno faceva riferimento a due cooperative. E i timori sono due: il rischio esuberi, che l’Asst sta cercando di contenere con vincoli di gara, e il contratto, visto che infermieri e Oss potrebbero passare da un contratto di sanità privata ad un peggiorativo (cooperativistico). All’interno del presidio «esistono competenze vere che vanno salvaguardate» è l’appello di Piero Bisinella, due volte sindaco di Leno, tra gli artefici di quel partenariato pubblico-privato che – insieme all’allora direttore dell’azienda di Desenzano, Mauro Borelli, e a Luigi Pettinati, che dirigeva la Bcc Cassa Padana – portò alla conversione di Leno in una struttura riabilitativa. «All’epoca fu una grande conquista – dice Bisinella – i nostri malati per la riabilitazione dovevano raggiungere la Domus a Brescia o la città di Cremona. Ci davano dei matti, ma poi la sperimentazione partì».
Ora però la Dominato Leonense ha deciso di non accettare più alcuna proposta di proroga per il 2019. La società – controllata da Cassa Padana e casa di cura Villa Gemma – ha più volte chiesto contratti di lungo periodo, ma la Regione era per il bando aperto. Se avesse partecipato, forse la Dominato avrebbe vinto, visto che aveva know-how ed esperienza. Ma il punto è che i rimborsi per diversi tipologie di riabilitazione si sono abbassati al punto che oggi, per gli attuali gestori, non era più conveniente rimanere. Tradotto: costi fissi e ricavi in diminuzione. Ma se la riabilitazione diventa «anti-economica», il rischio è che il servizio a Leno possa subire delle riduzioni da parte di chi sostituirà la Dominato.
"Bisinella L’operazione, 13 anni fa, fu una grande conquista: ci permise di salvare l’ospedale e dare un servizio
Le preoccupazioni
Personale in agitazione L’azienda sanitaria ora cerca qualcuno per proseguire l’attività