Corriere della Sera (Brescia)

Tiberti profeta in patria

Il capitano bresciano è protagonis­ta del successo della Centrale

- Luciano Zanardini

come test». Certo vincere aiuta a vincere. «Accresce l’autostima. Non era scontato imporsi contro tutti», al di là del valore degli avversari, «offrendo delle buone sensazioni e molta qualità». I bresciani non possono più nasconders­i. «Le altre ci guardano con un altro occhio». Tiberti, se osserva i primi parziali verdetti, individua in Mondovì («gioca molto be- ne») e Spoleto («anche se non è ancora al meglio») le favorite. A queste aggiunge anche Reggio Emilia. È troppo presto per parlare di promozione. «Vediamo come arriviamo alla fine del girone di andata. L’obiettivo resta, comunque, quello di entrare nelle prime quattro». Il capitano è «orgoglioso» di guidare, da bresciano (è l’unico con i gradi di capitano tra le compagini sportive di prima fascia della provincia), il riscatto della pallavolo maschile che sta tornando ai fasti di un tempo. «Sono contento. La società cresce anno dopo anno. Nelle ultime stagioni in A abbiamo sempre fatto qualcosa in più». C’è però spazio per un appello. «Mi aspetto che la città risponda di più sia in termini di presenze sia come calore». Raccoglie i frutti del sacrificio e assicura, dall’alto della sua esperienza, «una costanza di rendimento. Tecnicamen­te non si smette mai di crescere. So quali sono i miei limiti e dove posso fare di più. Dal punto di vista della tattica, il mio compito è di trovare, il più velocement­e possibile, le lacune degli avversari». Nella sua carriera, iniziata alla Colmark Brescia, ci sono stati diversi momenti al top, tra questi «il secondo anno a Montichiar­i da titolare nei play off e le quattro promozioni ottenute». Ha avuto la fortuna di incontrare degli allenatori importanti come Paolo Jervolino (nelle giovanili) e Velasco, che «per spessore umano e carisma è una persona eccezional­e».

L’avvocato (ha una laurea in giurisprud­enza) è concentrat­o sul presente. Parte il Fantavolle­y ideato proprio da lui con Mattia Rosso, schiacciat­ore a Spoleto (i due si affrontano in campionato domenica alle 18). «È un gioco che mi piace. Ho investito sul cubano Leon che è mostruoso». Simone studia anche da allenatore, perché «sogna di restare a lungo in questo mondo». Sì, la pallavolo, una passione importante che condivide anche nella quotidiani­tà con la compagna Natalia Viganò, schiacciat­rice in B1 a Ospitalett­o.

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In campo Simone Tiberti, capitano della Centrale, impegnato in un palleggio

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